Si intitola “Il circo del sound” il nuovissimo disco del rapper napoletano Rosario Spampinato che in arte si firma Pornoclown. Ha fatto tanto parlare di sé nel tempo, lunga carriera di grandissima esperienza live e sempre alte collaborazioni. Ed è proprio la collaborazione il vero DNA del disco uscito per la INTERBEAT Records di Luigi Piergiovanni: da Tony Cercola ai fratelli Bennato, la lista è lunga e vi invito a curiosare. Un suono metropolitano denso di un flow che prende e non perde colpi. E poi il singolo che traina: un vero fulmicotone dentro le trame del dialetto napoletano che denuncia un modo di fare che in fondo torna sempre su se stesso.

 

 

Parliamo di produzione: questo disco come e quando nasce?

Nasce grazie a Gino Magurno che è co-autore dei testi ed ha curato gli arrangiamenti e la produzione musicale, da gennaio del 2021 è incominciata questa collaborazione partita con un singolo “il ritmo della patcha” e la sigla del back to the style 2021, storica jam di graffiti che si svolge a Napoli da oltre dieci anni, prima di conoscere Gino le mie produzione erano con testi esclusivamente in napoletano, perché non credevo di poter comunicare in altro modo l’attitudine del Pornoclown, in realtà questo disco mi ha dato la possibilità di arricchire i miei canoni espressivi.

 

Il suono di Pornoclown come l’hai cercato… e come sapevi d’averlo raggiunto?

È stato interessante perché parte dal confronto con Gino, quindi è frutto di un lavoro di squadra, ho messo in discussione certezze e convinzioni che appartengono al mio background musicale, e probabilmente il circo del sound è un disco in cui l’ascoltatore percepisce nelle tredici tracce questa doppia anima autoriale che converge in un suono che volutamente non si concede alla ricerca per risaltare il messaggio.

 

Da qualche parte ho letto che in realtà alla musica hai dato meno attenzioni che ai testi… vero?

No, è esattamente il contrario, abbiamo prestato molta attenzione alla musica lasciando adagiare le strumentali su registri facilmente decifrabili.

 

Gli arrangiamenti di questo disco invece? Farina del tuo sacco o ai tanti ospiti hai chiesto una firma anche in tal senso?

Gli ospiti in questo disco hanno partecipato attivamente è il risultato di una sinergia collettiva.

 

 

Tutto il mondo di questo disco cade e ricade dentro Napoli? Ovviamente non solo ma… non ti sembra d’averlo un po’ chiuso in se stesso?

Mi piacerebbe tanto scrivere un disco così claustrofobico, ma anche non ascoltando le canzoni e leggendo qualche titolo, “da taranto a toronto” “portami lontano” “tarantamuffin” non riesco a scorgere questa chiave di lettura che lo confina e lo conduce esclusivamente a Napoli, però se questo aspetto trova riscontro in qualche ascoltatore, credo sia una cosa inquietantemente bella.

 

Nella scrittura dei brani sento anche tanto mondo, tanta contaminazione “esotica” se mi passi il termine: a tal proposito non hai cercato anche contaminazioni extra-nazionali?

Si è un disco mediterraneo nelle sonorità e nelle tematiche, quindi è inevitabilmente contaminato ed extranazionale, per come è nato non ho sentito il bisogno di cercare featuring esotici, ma non escludo collaborazioni con artisti di terre lontane per il futuro.

 

Il prossimo video? Hai in mente il singolo?

Uscirà in autunno sarà qualcosa di ritmico e dal titolo onomatopeico, stiamo preparando le giuste condizioni per realizzare qualcosa di singolare, sul mio profilo instagram rude_clown a breve ci sarà materiale tra backstage e sala prove e nel video sarà presente anche Tony Cercola che di recente ha partecipato al film di Pupi Avati.