Stefano Dentice, Autore presso Sound Contest https://www.soundcontest.com/author/stefano-dentice/ Musica e altri linguaggi Tue, 19 Dec 2023 11:19:49 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.1.1 DONATO PITOIA | “Sud Experience” sinonimo di democrazia e libertà nel nome di Giustino Fortunato https://www.soundcontest.com/donato-pitoia-sud-experience-sinonimo-di-democrazia-e-liberta-nel-nome-di-giustino-fortunato/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=donato-pitoia-sud-experience-sinonimo-di-democrazia-e-liberta-nel-nome-di-giustino-fortunato Tue, 19 Dec 2023 11:19:49 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=63256 Chitarrista e compositore ardimentoso, sempre mosso da una viva curiosità artistica, Donato Pitoia è un musicista dal fulgido talento. Grazie alle sue spiccate doti si esibisce non solo in tutta Italia, ma anche all’estero in Paesi come Polonia, Spagna, Marocco, Francia. La sua fertile vena compositiva lo vede protagonista in qualità di autore di importanti […]

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Chitarrista e compositore ardimentoso, sempre mosso da una viva curiosità artistica, Donato Pitoia è un musicista dal fulgido talento. Grazie alle sue spiccate doti si esibisce non solo in tutta Italia, ma anche all’estero in Paesi come Polonia, Spagna, Marocco, Francia. La sua fertile vena compositiva lo vede protagonista in qualità di autore di importanti colonne sonore, come quella del pluripremiato cortometraggio “Bellafronte” di Andrea Valentino e Rosario D’Angelo. Particolarmente attivo e apprezzato anche in veste di didatta, è impegnato nel ruolo di direttore artistico di prestigiosi festival come “Different Train” e Sud Experience – Festival delle Arti, giunto alla seconda edizione. Proprio questa rassegna a ingresso gratuito, patrocinata dall’Amministrazione Comunale di Rionero in Vulture (provincia di Potenza) e organizzata dal centro culturale Visioni Urbane di cui lui è presidente del comitato di gestione, inizierà il 27 dicembre per terminare il 30 dicembre. Sud Experience è un ricco contenitore culturale, festival dedicato a uno fra i più grandi esponenti del Meridionalismo come Giustino Fortunato, concepito nel segno della letteratura, storia, politica, fotografia e musica, dove il tema sempre attuale e delicato dell’immigrazione è posto al centro di questo evento.

 

“Sud Experience – Festival delle Arti” è giunto alla seconda edizione. Quali sono le sostanziali analogie e quali le differenze rispetto alla prima edizione?

“Sud Experience” è un festival delle arti dedicato alla figura di Giustino Fortunato, patrocinato dal Comune di Rionero in Vulture e ospitato da Visioni Urbane, uno dei più attivi centri culturali della zona. Tutto questo rimane una costante, come pure analoga è la struttura del festival, pensata per esprimere il tema al centro della rassegna attraverso le arti: dalla musica alla letteratura, dalla storia alla fotografia. Ovviamente ogni edizione ruota attorno ad un topic differente. In quella precedente è stato scelto “Il Sud del Mondo” per valorizzare e rielaborare proprio il concetto di Sud nella sua più ampia accezione. Per farlo si è  deciso di coinvolgere i ragazzi delle scuole e in  particolare dell’istituto “I.I.S. Giustino Fortunato” di Rionero che, nei mesi precedenti al festival, hanno  partecipato a laboratori di fotografia, scrittura creativa e musica, durante cui sono stati aiutati da validi docenti che hanno valorizzato la loro creatività e potenzialità guidandoli nella produzione, rispettivamente, di una mostra fotografica, di testi rielaborati e prodotti in forma di podcast e di un’esibizione in concerto. Per la parte musicale del festival, invece, si è scelto di coinvolgere gruppi indie- pop – rock della scena romana. In questa edizione l’attenzione è stata focalizzata sul tema dell’immigrazione mirando ad esaltare gli aspetti positivi del fenomeno sempre attraverso le arti. In particolare, questa vedrà protagoniste “Rotte. Migranti fra  Terra e Mare”, una mostra fotografica a cura di  Michele Amoruso, Giuseppe Carotenuto, Alessio Paduano e  Roberto Salomone,  “Politica e Società – Storie di Immigrazione”, una parte prettamente letteraria, in cui Piero Di Sena dialogherà con Alessandro Agosta (Università della Tuscia) e Giovanni Ferrarese (ISMed CNR e Università di Salerno), mentre Mimmo Lucano (ex sindaco di Riace, ndr) argomenterà con Nancy Porsia (giornalista e producer) e Donato Di Sanzo (ISMed CNR), moderati da Antonella Gravinese, oltre ai concerti per la  parte musicale. Proprio per quanto riguarda l’aspetto musicale sono stati coinvolti artisti che si distinguono sulla scena internazionale: Achille Succi, Daniele D’Alessandro, Dudu Kouatè, Ashti Adbo, Angelo Manicone, Domenico Saccente, Nico Andrulli, Francesco D’Alessandro ed io. Si sono aperte le porte di “Visioni Urbane” per ospitarli e organizzare una residenza artistica che dà agli artisti la possibilità di unire le forze e le idee, di immergersi totalmente nella ricerca e nella produzione, rimanendo a stretto contatto, sperimentando fianco a fianco, contaminandosi e dedicandosi completamente alla creazione artistica.  Anche durante le sessioni di registrazione, finalizzate alla produzione di un disco, saranno aperte al pubblico le porte della residenza, che culminerà nei concerti e nelle live performance finali, previste nelle serate del 29 e del 30 dicembre.

L’obiettivo principale della rassegna è quello di valorizzare letteratura, storia, politica, fotografia e musica e di divulgare un messaggio d’inclusione sociale?

Assolutamente sì.  Il festival vuole anche far passare un messaggio diverso, lontano dalla comune propaganda: l’arte, il dialogo, la musica e l’improvvisazione sono esempi tangibili di democrazia e libertà. Permettono concretamente di vedere e sentire realizzato ciò che nella società sembra essere ancora oggi un’utopia: collaborazione, uguaglianza, possibilità di esprimere democraticamente e liberamente le proprie idee, al di là di ogni confine. Inoltre, si propone di evidenziare quanto siano fondamentali l’apertura, lo scambio e la contaminazione per la crescita              e lo sviluppo di ogni comunità.

Venendo alla musica, cuore pulsante dell’evento, tu sarai protagonista insieme ad altri otto straordinari musicisti da te già citati: Ashti Adbo (voce, fiati e strumenti a corde), Dudu Kouatè (voce e percussioni), Achille Succi (clarinetto e sax), Angelo Manicone (sax e fiati), Daniele D’Alessandro (clarinetto e tastiere), Domenico ​ Saccente (fisarmonica e pianoforte), Nico Andrulli (basso) e Francesco D’Alessandro (batteria), ossia l’Orchestra delle Radici. Qual è il mood e quale la cifra stilistica di questa formazione?

L’obiettivo è quello di creare un viaggio sonoro attraverso varie culture musicali del mondo. Perciò la scelta è ricaduta su artisti che, oltre a essere grandissimi compositori ed improvvisatori, sono anche rappresentativi di diverse culture e generi. L’idea è quella di creare un’orchestra che, prendendo spunto dalle musiche del mondo, possa rinnovarle e accrescerle con ispirazioni ed intuizioni improvvisative.

Fra i tanti ospiti spicca la presenza di Mimmo Lucano, noto attivista, politico ed ex sindaco di Riace. La sua partecipazione rappresenta un valore aggiunto per l’intero festival?

Certo, soprattutto per il suo approccio nella gestione di rifugiati politici e immigrati nel contesto della delicata crisi europea dei migranti.

La rassegna sarà a ingresso gratuito. Questa decisione di offrire gratuitamente a tutti quattro giornate all’insegna della cultura a 360 gradi nasce da una particolare esigenza?

Sì, la decisione di offrire gratuitamente tutto ciò che il festival comprende nasce dall’esigenza di informare i cittadini non attraverso nozioni, testate giornalistiche o slogan politici, ma tramite la partecipazione diretta e l’esperienza dal vivo, con noi, nel festival. È un’opportunità per cogliere, toccando con mano, l’importanza di multiculturalità e apertura e di vederne concretamente alcuni vantaggi, di sviluppare un’opinione critica che non sia veicolata da mass media e politica.

Soprattutto dal punto di vista della risposta del pubblico, quali sono le tue aspettative per questa edizione?

Spero che il pubblico possa rispondere positivamente, visto la qualità degli ospiti presenti.  Dietro al progetto del festival c’è tanto lavoro, tanta cura, impegno e attenzione alla qualità che spero possano essere riconosciute e sostenute, così come l’accoglienza e la programmazione che noi del centro culturale “Visioni Urbane” di Rionero siamo soliti offrire. È una grande possibilità, soprattutto in un contesto come quello del Vulture, difficile da connettere con realtà internazionali. Per cui mi auguro che il pubblico e la comunità vogliano approfittarne.

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VITTORIO CUCULO | Lo spirito di Massimo Urbani che aleggia in “I Slept in Central Park” https://www.soundcontest.com/vittorio-cuculo-lo-spirito-di-massimo-urbani-che-aleggia-in-i-slept-in-central-park/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=vittorio-cuculo-lo-spirito-di-massimo-urbani-che-aleggia-in-i-slept-in-central-park Fri, 24 Nov 2023 11:21:13 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=62945 Vittorio Cuculo è da considerare ormai un ex enfant prodige del jazz italiano, perché il talentuoso sassofonista si sta sempre più affermando sulla scena jazzistica nazionale grazie alle sue notevoli qualità artistiche. Dall’eccellente padronanza strumentale, fluidità di fraseggio, intensa energia comunicativa, nonché enciclopedico conoscitore del linguaggio bebop, Cuculo si sta costruendo una carriera particolarmente degna […]

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Vittorio Cuculo è da considerare ormai un ex enfant prodige del jazz italiano, perché il talentuoso sassofonista si sta sempre più affermando sulla scena jazzistica nazionale grazie alle sue notevoli qualità artistiche. Dall’eccellente padronanza strumentale, fluidità di fraseggio, intensa energia comunicativa, nonché enciclopedico conoscitore del linguaggio bebop, Cuculo si sta costruendo una carriera particolarmente degna di nota. Il suo percorso di formazione è ricco di borse di studio (compresa quella prestigiosa della “Berklee College of Music” di Boston) e molti titoli come, ad esempio, il diploma di laurea presso la “Siena Jazz University” e quella al “Biennio Jazz” presso il Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma con il massimo dei voti, ma fa anche incetta di premi e riconoscimenti come, fra i tanti,  il premio per solisti del “Concorso Randazzo”, il secondo posto al “Premio Internazionale Massimo Urbani” per “Solisti Jazz”, il premio come “Miglior Solista Strumentale” al concorso internazionale “Johnny Răducanu”, lo “European Jazz Award 2020” assegnatogli dal “Tuscia in Jazz Festival”, il primo premio (ex aequo) ottenuto al “Concorso Nazionale Chicco Bettinardi – Nuovi Talenti del Jazz Italiano” nella “Sezione Solisti”, oltre a essersi classificato al primo posto al “Roma Jazz Contest”. Le sue fulgide doti gli permettono di condividere palco e studio di registrazione, sia in contesti orchestrali che in formazioni ridotte, al fianco di numerose eccellenze del jazz italiano e internazionale, come: Bob Franceschini, Mark Sherman, Jesse Davis, Javier Girotto, Dario Rosciglione, Giorgio Rosciglione, Gegè Munari, Stefano Di Battista, Eric Legnini, Fabrizio Bosso, Enrico Pieranunzi, Andrea Beneventano, Roberto Gatto, Enrico Intra, Marcello Rosa, Paolo Damiani, Massimo Nunzi, Maurizio Giammarco, Mario Corvini, Claudio Corvini, Maurizio Urbani, Emanuele Urso, Adriano Urso, Roberto Spadoni, Danilo Blaiotta, Enrico Mianulli, Greta Panettieri. Oltre a esibirsi in tutta Italia, sia nei famosi club che nei festival di prestigio, il suo talento è stato valorizzato anche fuori dai confini nazionali, in Paesi quali Polonia, Belgio, Francia, Russia, Germania, Romania, Emirati Arabi Uniti. Diverse anche le sue esperienze mediatiche di una certa rilevanza, come Webnotte (Repubblica TV) e Rai Radio 3. Il 20 ottobre, pubblicato da Jando Music e Via Veneto Jazz, è uscito “I Slept in Central Park – A Tribute to Massimo Urbani”, affettuosissimo omaggio a una figura iconica del sassofono jazz come Massimo Urbani, a trent’anni di distanza dalla sua scomparsa. Con Vittorio Cuculo, a condividere questa esperienza discografica, cinque colonne portanti del jazz del calibro di Andrea Beneventano al pianoforte, Dario Rosciglione al contrabbasso, Gegè Munari alla batteria e due superospiti come Stefano Di Battista al sax soprano e alto e Maurizio Urbani (fratello di Massimo) al sax tenore. Un album, intriso di gioioso senso dello swing, in cui l’amore verso Massimo Urbani si manifesta attraverso ogni singola nota.

 

Il 20 ottobre scorso, pubblicato dall’etichetta “Jando Music” in collaborazione con “Via Veneto Jazz”, è uscito il tuo nuovo lavoro discografico intitolato “I Slept in Central Park – A Tribute to Massimo Urbani”, un amorevole omaggio al grande sassofonista jazz Massimo Urbani, prematuramente scomparso trent’anni fa. Al tuo fianco, la formidabile sezione ritmica del 1993 del quartetto di Massimo Urbani: Andrea Beneventano al pianoforte, Dario Rosciglione al contrabbasso e Gegè Munari alla batteria. Più la presenza di due eccezionali guest come Maurizio Urbani (sax tenore) e Stefano Di Battista (sax soprano e sax alto). Soprattutto dal punto di vista emotivo, quali sensazioni hai provato quando sei entrato in studio per registrare questo disco dedicato a un gigante come Massimo Urbani accompagnato proprio dal suo trio del 1993 e impreziosito dalla collaborazione di due straordinari jazzisti come Maurizio Urbani e Stefano Di Battista?

Per me è stata una grande gioia e un grande privilegio aver registrato e condiviso questo lavoro con dei musicisti incredibili come Stefano Di Battista, Maurizio Urbani, Gegè Munari, Andrea Beneventano e Dario   Rosciglione, ognuno con un percorso e una carriera molto importanti, ma ciascuno mosso dall’affetto e dal desiderio di ricordare una figura storica e capitale come quella del grande genio Massimo Urbani. Un ringraziamento speciale va a Eugenio Rubei per essere stato l’ideatore, a Giandomenico Ciaramella, Matteo Pagano, Jando Music e Via Veneto Jazz, Cristiana Piraino, Casa del Jazz, Fondazione Musica per Roma, Luciano Linzi, Ascanio Cusella e a tutto lo staff e ai meravigliosi musicisti con i quali ho avuto l’onore di poter condividere musica in ricordo di Massimo Urbani.

Il 21 ottobre, invece, hai presentato ufficialmente l’album alla “Casa del Jazz” con la formazione al completo con cui hai inciso il CD. Il pubblico come ha vissuto questo concerto e qual è stata la tua percezione emozionale prima, durante e dopo il live?

Quella del 21 ottobre è stata una serata speciale con la presentazione del disco alla Casa del Jazz a Roma. Non nascondo che l’emozione è stata tanta, perché il numeroso e caloroso pubblico ha regalato a tutti noi un Sold Out, per la gradita presenza di altri importanti musicisti che hanno assistito al concerto, ma anche e soprattutto perché ho avvertito netta e chiara la sensazione del grande affetto e ammirazione verso l’importantissima figura di Massimo Urbani. Abbiamo voluto render omaggio a un gigante del mondo del jazz. Tutto si è svolto con questo spirito, dall’introduzione all’evento, fatta da Luciano Linzi, fino all’esecuzione dei brani e alla entusiastica accoglienza e amorevole partecipazione da parte degli ascoltatori.

Venendo al disco, in “I Slept in Central Park – A Tribute to Massimo Urbani” figurano otto brani fra cui anche una sua composizione originale intitolata I Got Rock. Secondo quale criterio hai scelto la tracklist dell’album?

La tracklist è stata impostata sull’idea di eseguire, a trent’anni dalla scomparsa, composizioni che Massimo Urbani amava suonare, con lo spirito di omaggiarlo ma anche – e soprattutto – con la voglia e il desiderio di suonare insieme del buon jazz, in un ideale abbraccio fatto di suoni, ricordi ed emozioni.

Per un sassofonista talentuoso ma ancora giovane come te è senza dubbio molto complicato misurarsi con un tributo dedicato a un’icona sacra del calibro di Massimo Urbani. In questi casi il rischio altissimo è sempre quello di somigliare troppo all’originale, soprattutto nel fraseggio. Tu, pur giustamente ispirandoti a lui, che tipo di lavoro hai fatto su te stesso per cercare di trovare una tua identità personale nel rendergli omaggio senza cedere alla tentazione di emularlo?

Ogni sassofonista ha dei suoi punti di riferimento e un proprio bagaglio di preparazione che lo contraddistingue. Nel caso di Massimo Urbani questo aspetto è ancora più evidente: il suo sax graffiava quando era il momento, diventava virtuoso e inarrivabile sul registro acuto, ma anche lirico e romantico, intenso e appassionato. Lui aveva un suono profondo e generoso come pochi riuscivano a ottenere. Il suo strumento restituiva ciò che lui era. Ho sempre ascoltato e studiato Urbani. Non ho mai avuto l’onore di poterlo conoscere personalmente, ma rappresenta e rappresenterà sempre un enorme esempio di smisurato talento e infinita musicalità. Posso dire di aver avuto la fortuna e il privilegio di poter condividere musica con grandi jazzisti che hanno suonato tanto con lui e, proprio grazie alla loro musica, la loro esperienza e grande professionalità, cerco sempre di migliorarmi e far il possibile per crescere artisticamente e personalmente.

L’indispensabile presenza e la guida sicura di cinque jazzisti di assoluto livello come Andrea Beneventano, Dario Rosciglione, Gegè Munari, Maurizio Urbani e Stefano Di Battista ti hanno aiutato a interiorizzare meglio lo stile e lo spirito di Massimo Urbani?

Assolutamente sì. Suonare con musicisti di quella levatura sicuramente stimola a dare il meglio. Ti dà grande sicurezza e soprattutto ti dà la possibilità di immergerti completamente nel meraviglioso mondo del jazz. Di Massimo Urbani conosco le incisioni, ho quasi tutti i suoi lavori discografici, lo ho ascoltato e studiato molto   e continuo a farlo.  Ammiro tanto un tratto favoloso del suo temperamento che si percepisce nella sua musica: la generosità del suono e la totale identificazione con il sax. È stato un privilegio assoluto e una grande emozione condividere musica con strepitosi jazzisti per onorare la memoria di una figura così importante e storica come quella di Urbani.

Mentre eri in studio per registrare i brani del CD hai pensato più all’aspetto interpretativo dello stile di Massimo Urbani oppure hai focalizzato di più l’attenzione sull’aspetto squisitamente tecnico del suo sassofonismo?

L’esperienza in studio per registrare questo lavoro, per ricordare e rendere omaggio a Massimo Urbani è stata davvero molto intensa ed emozionante. Ho cercato di esprimere tutto ciò che sono ispirandomi al grande suono, alla profonda anima e alla sua genialità unica. Spero sia stato il modo migliore per ricordarlo a trent’anni dalla sua prematura scomparsa.

Ora, riascoltando il disco a distanza di tempo dall’incisione, ritieni di essere riuscito nell’intento di trasmettere il tuo messaggio artistico attraverso “I Slept in Central Park – A Tribute to Massimo Urbani”?

Spero di sì. Registrare quei brani con il Trio ’93 con i grandi Gegè Munari, Andrea Beneventano, Dario Rosciglione e con due ospiti sensazionali come Stefano Di Battista e Maurizio Urbani, credo sia stato il modo migliore di rendere omaggio a questo fuoriclasse assoluto.

Oltre a presentare l’album il più possibile in giro per l’Italia e magari anche all’estero, qual è l’augurio più grande che fai a te stesso dopo la pubblicazione di questo CD?

Mi auguro che il jazz trovi sempre più ascolto e spazio. E per quanto mi riguarda che riesca a migliorarmi e crescere sempre come uomo e come artista.

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ALDO DI CATERINO | Amorè https://www.soundcontest.com/aldo-di-caterino-amore/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=aldo-di-caterino-amore Sun, 15 Oct 2023 10:00:48 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=62455 Un toccante autoritratto dipinto su pentagramma attraverso cui esprimere tutta la propria sensibilità artistica, la genuinità interpretativa e la generosità comunicativa, elementi impreziositi da un palpabile trasporto emotivo che ristora mente e anima. “Amorè” è la nuova creazione discografica di Aldo Di Caterino, fulgido talento del flauto jazz, insieme allo Special Guest Nando Di Modugno, […]

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ALDO DI CATERINO
Amorè
ABEAT Records
2023

Un toccante autoritratto dipinto su pentagramma attraverso cui esprimere tutta la propria sensibilità artistica, la genuinità interpretativa e la generosità comunicativa, elementi impreziositi da un palpabile trasporto emotivo che ristora mente e anima. “Amorè” è la nuova creazione discografica di Aldo Di Caterino, fulgido talento del flauto jazz, insieme allo Special Guest Nando Di Modugno, poliedrico chitarrista che fa del pathos e della raffinatezza melodica e armonica i suoi tratti distintivi. Valore aggiunto di questo disco, la presenza di quattro eccellenti musicisti: Vince Abbracciante (fisarmonica in Chorinho pra Ele e Acredine), Giorgio Vendola (contrabbasso in Salgado), Paola Arnesano (voce in Alfonsina y el Mar) e Luciano Tarantino (violoncello in Alfonsina y el Mar). Nel CD figurano nove brani, di cui Amorè, Acredine e Lo Scacciapensieri sono composizioni originali frutto dell’illuminata vena del flautista, mentre Gli Amori Sospesi (Nando Di Modugno), Salgado (Nando Di Modugno), Always by your Side (Ralph Towner), Chorinho pra Ele (Hermeto Pascoal), Alfonsina y el Mar (Ariel Ramirez) e Always and Forever (Pat Metheny) completano la tracklist. Il mood di Amorè, composizione eponima, è etereo. L’eloquio di Aldo Di Caterino brilla per grazia e spirito soulful, per ricchezza narrativa e descrittiva.

Di Modugno dà vita a un discorso improvvisativo carezzevole, che profuma di autenticità interiore. Acredine si apre con il suono evocativo di Vince Abbracciante, egregio nella cura della dinamica. Qui il flautista costruisce un solo ardente, supportato da una lodevole padronanza nel fraseggio. Il fisarmonicista, sulla falsa riga di Di Caterino, sviscera un’elocuzione fremente, carica di verve. Gli intarsi armonici del chitarrista in Salgado, brano dal profondo senso estetico, sono di pregevole fattura. Giorgio Vendola architetta un’improvvisazione intrisa di nerbo ed energia. Animati da un sacro fuoco mediterraneo, amorevolmente supportati da Paola Arnesano, Luciano Tarantino, Vince Abbracciante e Giorgio Vendola, Aldo Di Caterino e Nando Di Modugno partoriscono un album che inneggia alla verità, nella sua essenza più pura, donandosi alla musica e per la musica con un fervore interiore pregno di magia. Due generazioni a confronto: Aldo Di Caterino – musicista dal radioso futuro – e Nando Di Modugno – guida sicura e saggia.

Genere: Contemporary Jazz / Latin Jazz

Musicisti:

Aldo Di Caterino, flute
Special Guest Nando Di Modugno, guitar
Featuring:
Vince Abbracciante, accordion in Chorinho pra Ele, Acredine
Giorgio Vendola, double bass in Salgado
Paola Arnesano, voice in Alfonsina y el Mar
Luciano Tarantino, cello in Alfonsina y el Mar

Tracklist:

01. Always by your Side
02. Chorinho pra Ele
03. Amorè
04. Acredine
05. Gli Amori Sospesi
06. Lo Scacciapensieri
07. Salgado
08. Alfonsina y el Ma
09. Always and Forever

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MICHELE FAZIO WORLD TRIO | Infinity https://www.soundcontest.com/michele-fazio-world-trio-infinity/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=michele-fazio-world-trio-infinity Sun, 08 Oct 2023 10:30:49 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=62373 Introspezione e impetuosità, come due facce della stessa medaglia. Il tutto adornato da paesaggi sonori mediterranei ed eurocolti che fanno vibrare le corde emozionali più recondite. “Infinity” è la nuova opera discografica firmata Michele Fazio World Trio, interessante formazione composta da Aska Maret Kaneko (voce e violino), Michele Fazio (pianoforte) e Carlos “El Tero” Buschini […]

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Introspezione e impetuosità, come due facce della stessa medaglia. Il tutto adornato da paesaggi sonori mediterranei ed eurocolti che fanno vibrare le corde emozionali più recondite. “Infinity” è la nuova opera discografica firmata Michele Fazio World Trio, interessante formazione composta da Aska Maret Kaneko (voce e violino), Michele Fazio (pianoforte) e Carlos “El Tero” Buschini (basso). A impreziosire questa formazione, Fausto Beccalossi alla fisarmonica in La Festa, El Paso del Legarto e Torre delle Stelle. La tracklist consta di dieci brani originali figli della rigogliosa vena compositiva di Michele Fazio, Aska Maret Kaneko e Carlos “El Tero” Buschini.

Il mood etereo di Infinity (Michele Fazio – Aska Maret Kaneko), brano eponimo, rapisce l’attenzione fin dalle prime misure. Il timbro celestiale di Aska Maret Kaneko crea pathos, mentre al violino si esprime con intensa energia comunicativa. L’eloquio del pianista è intriso di lirismo e classe, un discorso improvvisativo in cui ogni singola nota sembra scolpita nell’alabastro. La Festa (Michele Fazio) conquista nell’immediato per il ritmo incalzante. Qui l’ospite Fausto Beccalossi dà vita a un’improvvisazione gioiosa, ricca di genuinità e generosità espressiva. El Paso del Legarto (Carlos “El Tero” Buschini) è una composizione densa di passionalità. Il pianista sviscera un’elocuzione ispirata, pregna di senso narrativo e descrittivo. Beccalossi brilla per senso melodico e cantabilità, mentre il solo della violinista Aska Maret Kaneko spicca per nerbo e per brillanti escursioni timbriche. “Infinity” è un disco che profuma di bellezza per la profonda sensibilità dei temi, per il senso estetico e per un alto tasso di poeticità che – amabilmente – si fonde con una coinvolgente veemenza interpretativa. Un album che rappresenta una fotografia interiore, un diario in note attraverso cui Michele Fazio e i suoi formidabili partner si raccontano e si descrivono con disarmante naturalezza.

 

Genere: World Music / Contemporary Jazz

Musicisti:

Aska Maret Kaneko, voice and violin
Michele Fazio, piano
Carlos “El Tero” Buschini, bass
Featuring:
Fausto Beccalossi, accordion in La Festa, El Paso del Lagarto, Sunrise

Tracklist:

01. Infinity
02. Secret Love
03. Jazmin
04. La Festa
05. Profumo di Luna Crescente
06. El Paso del Lagarto
07. Instinct
08. Kujira no Yume Whale’s Dream
09. Torre delle Stelle
10. Sunrise

Link:

Abeat Records

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ENZO MESSINA – CAMILLO PACE – FRANCESCO LOMAGISTRO | Galaxy Portrait https://www.soundcontest.com/enzo-messina-camillo-pace-francesco-lomagistro-galaxy-portrait/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=enzo-messina-camillo-pace-francesco-lomagistro-galaxy-portrait Sun, 17 Sep 2023 07:44:51 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=62129 Un luminescente ritratto in note intriso di sonorità cosmiche, ipnotiche, impreziosito da un groove marcato e cangiante. “Galaxy Portrait” è la nuova fatica discografica realizzata da tre intraprendenti musicisti: Enzo Messina (tastiere e synth), Camillo Pace (contrabbasso) e Francesco Lomagistro (batteria). Il CD prevede sette brani originali: Galaxy Portrait, Spookies, Kilimangiaro e Caveman frutto della […]

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ENZO MESSINA - CAMILLO PACE - FRANCESCO LOMAGISTRO
Galaxy Portrait
Angapp
2023

Un luminescente ritratto in note intriso di sonorità cosmiche, ipnotiche, impreziosito da un groove marcato e cangiante. “Galaxy Portrait” è la nuova fatica discografica realizzata da tre intraprendenti musicisti: Enzo Messina (tastiere e synth), Camillo Pace (contrabbasso) e Francesco Lomagistro (batteria). Il CD prevede sette brani originali: Galaxy Portrait, Spookies, Kilimangiaro e Caveman frutto della creatività compositiva del trio, mentre Voices, Cadillac Waltz e Guru Meditation scaturiscono dalla vena ispirata di Messina. Il mood di Voices è rarefatto. Supportato dal comping assai efficace cesellato dal tandem Pace-Lomagistro, Enzo Messina dà vita a un eloquio inizialmente pacato, pregno di cantabilità e senso melodico, per poi snodarsi in modo febbrile, carico di nerbo espressivo. In Spookies, di primo acchito, colpisce il groove articolato e stimolante di Francesco Lomagistro, che crea tensione ritmica attraverso un interessante spostamento di accenti. Qui il tastierista, fra pentatoniche e scale blues, rende il suo discorso improvvisativo godibile, di grande appeal. Il clima di Caveman è filmico. Questa composizione rappresenta una sorta di viaggio immersivo, in cui Messina disegnata traiettorie sonore e armoniche fascinose, arricchite da un fraseggio scorrevole, ottimamente sostenuto dal solido timing di Camillo Pace e dal comping policromatico di Lomagistro, brillante nell’architettare fitte trame ritmiche ricche di spunti. “Galaxy Portrait” è un disco in cui Messina, Pace e Lomagistro volgono lo sguardo all’innovazione stilistica, prefiggendosi l’obiettivo di sperimentare nuove soluzioni timbriche e ritmiche che, attraverso un elogiabile spirito di ricerca, portano una ventata di freschezza.

 

Genere: Nu Jazz

Musicisti:

Enzo Messina, keys and synth
Camillo Pace, double bass
Francesco Lomagistro, drums

Tracklist:

01. Galaxy Portrait
02. Voices
03. Cadillac Waltz
04. Guru Meditation
05. Spookies
06. Kilimangiaro
07. Caveman

 

 

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FRANCAVILLA È JAZZ | La macchina del groove guidata da Gegè Telesforo https://www.soundcontest.com/francavilla-e-jazz-la-macchina-del-groove-guidata-da-gege-telesforo/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=francavilla-e-jazz-la-macchina-del-groove-guidata-da-gege-telesforo Mon, 11 Sep 2023 07:06:28 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=62030 Un viaggio “a tutto groove” caratterizzato da quel sound afroamericano caldo e avvolgente dall’effetto adrenalinico. Con il concerto di Gegè Telesforo – Big Mama Legacy si sono spenti i riflettori sulla X edizione di Francavilla è Jazz. Ancora una volta, Piazza Giovanni XXIII ha registrato il sold out per l’ultimo appuntamento del festival di quest’anno. […]

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Un viaggio “a tutto groove” caratterizzato da quel sound afroamericano caldo e avvolgente dall’effetto adrenalinico. Con il concerto di Gegè Telesforo – Big Mama Legacy si sono spenti i riflettori sulla X edizione di Francavilla è Jazz. Ancora una volta, Piazza Giovanni XXIII ha registrato il sold out per l’ultimo appuntamento del festival di quest’anno. Il pubblico, divertito e appassionato, ha accolto con palpabile calore Gegè Telesforo e i cinque giovani leoni che lo hanno accompagnato: Matteo Cutello (tromba), Giovanni Cutello (sax alto), Christian Mascetta (voce e chitarra), Vittorio Solimene (organo Hammond e tastiere) e Michele Santoleri (batteria).

ph. F. Baroni

“Big Mama Legacy” il progetto che l’estroso cantante, percussionista e compositore ha proposto alla rassegna, improntato su brani originali da lui firmati e alcuni tributi. Da par suo, da vero e proprio animale da palco, l’artista di origine foggiana ha subito interagito con gli ascoltatori raccontando spassosi aneddoti riguardanti la sua carriera e i pezzi in scaletta, con l’empatia, il carisma e la verve che hanno impreziosito la sua performance, oltre a presentare con affetto paterno ogni singolo componente del gruppo. Fra scat e incursioni alle percussioni, ha magistralmente condotto la sua band con la sicurezza e la sapienza tipiche del grande leader. I fratelli Cutello si sono resi protagonisti di “soli” brillanti, sostenuti da un’eccellente tecnica e da una notevole fluidità di fraseggio, mentre Mascetta, Solimene e Santoleri, assai apprezzabili anche nelle improvvisazioni, hanno garantito una propulsione ritmica solida e incalzante, un invito a nozze per i solisti. Particolarmente degna di lode la cura della dinamica di Gegè Telesforo e dei suoi sodali, un autentico valore aggiunto che ha sensibilmente alzato il livello interpretativo dei brani. Premiato per la sua carriera dalla “BBC San Marzano” (Banca di Credito Cooperativo San Marzano di San Giuseppe), il cantante ha chiuso in bellezza la decima edizione della rassegna, incontrando e soddisfacendo con grande appeal i gusti di un pubblico formato non solo da jazzofili della vecchia guardia.

ph. F. Baroni

Nell’anno della consacrazione, Francavilla è Jazz sta crescendo sempre più sotto ogni punto di vista: dall’organizzazione alla nutrita presenza di pubblico, dall’esposizione mediatica all’eccelsa proposta artistica. Per questo il plauso più grande va in primis ad Alfredo Iaia, Deus ex machina e direttore artistico del festival, a Roberto Passaro, responsabile organizzativo, all’Amministrazione Comunale di Francavilla Fontana per l’indispensabile contributo e ai numerosi sponsor privati. Il successo ottenuto in questi dieci anni, divulgando cultura musicale sempre in forma gratuita, è frutto di un elogiabile lavoro di squadra, con uno staff che lavora alacremente affinchè si possano raggiungere traguardi così ambiziosi anche in situazioni difficili. A proposito di difficoltà, quest’anno Alfredo Iaia e Roberto Passaro, con il beneplacito dell’Amministrazione Comunale, sono riusciti a risolvere brillantemente un problema creatosi per il concerto di Richard Galliano New York Tango Trio, il primo in programma per Francavilla è Jazz 2023. In calendario martedì 5 settembre in “Piazza Giovanni XXIII”, questo live è stato spostato lo stesso giorno al Cinema Teatro Italia a causa delle pessime previsioni meteo, poiché altrimenti sarebbe stato annullato. Considerando il blasone di un musicista mondiale come Richard Galliano, i cultori del jazz (e non solo) giunti per assistere al concerto erano circa mille.

ph. A. Tomaselli

Il teatro, però, ha una capienza massima di cinquecento posti, motivo per cui la metà degli spettatori, costretta a rimanere fuori per ovvie ragioni, non poteva vedere dal vivo il trio del fisarmonicista italo-francese. Ma grazie alla felice intuizione del direttore artistico, del responsabile organizzativo e alla profonda umanità, sensibilità e generosità di un galantuomo come Galliano, il concerto si è tenuto in doppio set proprio per accontentare tutti coloro che, senza questa brillante idea “last minute”, e senza il nobile gesto del musicista, avrebbero perso una ghiotta occasione di partecipare a un evento di tale spessore. Francavilla è Jazz è molto più di un festival, è un vero e proprio gioiello culturale che accoglie e coccola gli artisti sempre gratificati anche sul piano umano. L’arte, del resto, in questo caso specifico la musica, è condivisione. E la rassegna di Francavilla Fontana rappresenta un preclaro esempio da emulare. Lunghissima vita a Francavilla è Jazz!

 

Francavilla è Jazz
10 settembre 2023, Piazza Giovanni XXIII, Francavilla Fontana

Gegè Telesforo, voce e percussioni
Matteo Cutello, tromba
Giovanni Cutello, sax alto
Christian Mascetta, voce e chitarra
Vittorio Solimene, organo Hammond e tastiere
Michele Santoleri, batteria

 

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FRANCAVILLA È JAZZ | Bagliori di coltraniana memoria nel quartetto di Chico Freeman e Antonio Faraò https://www.soundcontest.com/francavilla-e-jazz-bagliori-di-coltraniana-memoria-nel-quartetto-di-chico-freeman-e-antonio-farao/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=francavilla-e-jazz-bagliori-di-coltraniana-memoria-nel-quartetto-di-chico-freeman-e-antonio-farao Sun, 10 Sep 2023 09:05:28 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=62017 Far rivivere lo spirito di un’icona sacra come John Coltrane senza mia scadere in pedisseque emulazioni. Questo è stato il manifesto del concerto di Chico Freeman & Antonio Faraò Quartet, il quinto in programma per la X edizione di Francavilla è Jazz. Piazza Giovanni XXIII, stracolma di gente, ha applaudito a scena aperta il quartetto […]

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Far rivivere lo spirito di un’icona sacra come John Coltrane senza mia scadere in pedisseque emulazioni. Questo è stato il manifesto del concerto di Chico Freeman & Antonio Faraò Quartet, il quinto in programma per la X edizione di Francavilla è Jazz. Piazza Giovanni XXIII, stracolma di gente, ha applaudito a scena aperta il quartetto diretto da due stelle del jazz internazionale: il sassofonista Chico Freeman e il pianista Antonio Faraò, coadiuvati da due eccellenti compagni musicali come Makar Novikov al contrabbasso e Pasquale Fiore alla batteria.

Pietre miliari autografate da Coltrane e brani originali frutto della fertilità compositiva di Freeman e Faraò, i pezzi presenti in repertorio. Il jazzista americano, monumento vivente del sassofono, si è sorprendentemente espresso con un fraseggio più placido rispetto al suo solito playing vibrante, adornato da ipnotiche virate nell’outside phrasing e da un’eleganza comunicativa degna di nota. Antonio Faraò ha conquistato il pubblico per il suo sussultante pianismo – di chiara declinazione postboppistica – pregno di intarsi contrappuntistici, fervida immaginazione armonica, preziosismi quartali, vertiginose scorribande nel segno dell’out playing, ma soprattutto per la strabiliante indipendenza delle mani attraverso cui ha dato vita a soluzioni ritmiche ingegnose, tensive, al cardiopalma. A sostenere i due solisti, il brillante tandem Novikov-Fiore sempre pronto a fornire quel carburante ritmico volto a esaltare le qualità di Freeman e Faraò.

ph. Michele Dentice

Il concerto di questa formazione ha rappresentato un puro atto d’amore verso Coltrane manifestato con ammirevole rispetto nei confronti del leggendario sassofonista e compositore statunitense, ispirato dalla toccante sensibilità umana e dalla proverbiale personalità artistica di Chico Freeman e Antonio Faraò.

 

Francavilla è Jazz
9 settembre 2023, Piazza Giovanni XXIII, Francavilla Fontana

Chico Freeman, sax tenore
Antonio Faraò, pianoforte
Makar Novikov, contrabbasso
Pasquale Fiore, batteria

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FRANCAVILLA È JAZZ | Fervore e classe in simbiosi nel trio di Enrico Pieranunzi https://www.soundcontest.com/francavilla-e-jazz-fervore-e-classe-in-simbiosi-nel-trio-di-enrico-pieranunzi/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=francavilla-e-jazz-fervore-e-classe-in-simbiosi-nel-trio-di-enrico-pieranunzi Sat, 09 Sep 2023 09:18:49 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=62004 Un dialogo ispirato da un telepatico interplay, da un osmotico feeling, animato da una fervidezza espressiva e da una grazia interpretativa ad alto tasso emozionale. In una gremitissima Piazza Giovanni XXIII – il concerto di Enrico Pieranunzi Trio – quarto live in calendario per la X edizione di Francavilla è Jazz – ha suscitato un […]

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Un dialogo ispirato da un telepatico interplay, da un osmotico feeling, animato da una fervidezza espressiva e da una grazia interpretativa ad alto tasso emozionale. In una gremitissima Piazza Giovanni XXIII – il concerto di Enrico Pieranunzi Trio – quarto live in calendario per la X edizione di Francavilla è Jazz – ha suscitato un tourbillon di vibrazioni interiori in un pubblico particolarmente coinvolto. Formazione diretta da un’istituzione del piano jazz come Enrico Pieranunzi, accompagnato da due sensazionali partner quali Thomas Fonnesbaek al contrabbasso e Roberto Gatto alla batteria, il trio ha proposto un repertorio incentrato soprattutto su brani originali scaturiti dall’illuminante estro compositivo del pianista oltre a un toccante tributo a Luca Flores, fulgido talento del pianoforte jazz prematuramente scomparso ventotto anni fa.

ph. F. Baroni

Pieranunzi è arrivato a toccare vette altissime: le sue inebrianti progressioni, gli ammalianti cromatismi, la sua opulenza armonica e la raffinatezza delle sue incursioni nell’outside playing, hanno alzato il livello dei decibel emozionali degli ascoltatori, incantati dalla profondità comunicativa delle sue composizioni, alcune speziate con pervasive colorazioni mediterranee. Proprio in questi brani, a riprova del suo eclettismo stilistico, Enrico Pieranunzi si è espresso con un fraseggio più zenista, arioso, di ampio respiro. Al suo fianco, Fonnesbaek si è contraddistinto per la precisione chirurgica del timing – enfatizzata da un “4” incalzante carico di swing – e per gli eloqui improvvisativi intrisi di nerbo sostenuti da una strabiliante padronanza strumentale, mentre Roberto Gatto ha architettato trame ritmiche stimolanti, di pregevole fattura, coloristiche in alcuni frangenti. Assistere a concerti in cui i protagonisti sono jazzisti di prima grandezza è salutare, perché il trio di Enrico Pieranunzi è riuscito nell’intento di far vivere un viaggio immersivo in musica, elargendo perle artistiche di cui tutti i presenti ne hanno fatto tesoro, custodendole gelosamente nella loro mente e imprimendole nei loro ricordi esperienziali più preziosi.

 

Francavilla è Jazz
8 settembre 2023, Piazza Giovanni XXIII, Francavilla Fontana

Enrico Pieranunzi, pianoforte
Thomas Fonnesbaek, contrabbasso
Roberto Gatto, batteria

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FRANCAVILLA È JAZZ | L’alta carica swingante di Francesca Tandoi ed Eleonora Strino https://www.soundcontest.com/francavilla-e-jazz-lalta-carica-swingante-di-francesca-tandoi-ed-eleonora-strino/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=francavilla-e-jazz-lalta-carica-swingante-di-francesca-tandoi-ed-eleonora-strino Fri, 08 Sep 2023 08:11:07 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=61989 Fedeli alla tradizione jazzistica, segnatamente al bebop, come un atto di devozione e di profondo rispetto verso l’idioma e la grammatica di questo genere musicale. Corso Umberto I è stata la splendida venue del concerto del D.U.O. Francesca Tandoi ed Eleonora Strino, terzo appuntamento in programma per la X edizione di Francavilla è Jazz. La […]

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Fedeli alla tradizione jazzistica, segnatamente al bebop, come un atto di devozione e di profondo rispetto verso l’idioma e la grammatica di questo genere musicale. Corso Umberto I è stata la splendida venue del concerto del D.U.O. Francesca Tandoi ed Eleonora Strino, terzo appuntamento in programma per la X edizione di Francavilla è Jazz.

La sfavillante cantante e pianista Francesca Tandoi e la talentuosa chitarrista e cantante Eleonora Strino hanno deliziato il folto pubblico presente fra standard appartenenti alla tradizione jazzistica, omaggiando alcune figure iconiche come Wes Montgomery, George Gershwin, Duke Ellington e non solo, oltre a proporre alcune loro composizioni originali. La pianista ha rapito l’attenzione degli spettatori con il suo incandescente fraseggio di chiara matrice boppistica, sorretto da un’eccellente tecnica e da un viscerale senso dello swing, distinguendosi quindi per un playing figlio di un’enciclopedica conoscenza della pronuncia jazz e del linguaggio jazzistico. Mentre alla voce, dal timbro caldo e suadente, ha brillato in particolar modo nello scat su It Don’t Mean a Thing (Irving MillsDuke Ellington).

ph. Franzi Baroni

Intriganti anche i suoi brani originali, profondamente ispirati all’era bebop e all’epoca soul jazz. Eleonora Strino, elegante pure da cantante, ha suscitato l’entusiasmo degli ascoltatori con il suo fraseggio fluido, spigliato, ricorrendo sovente a pentatoniche e scale blues di grande appeal e contraddistinguendosi inoltre per la focosità espressiva tipica dei bopper. Sorprendenti e fascinose le sue composizioni originali che – contrariamente al suo stile idiomatico – hanno assai colpito per un imprinting più mediterraneo dovuto anche alla sua napoletanità – e per sensibilità melodica e armonica.

ph. Roberto Passaro

Illuminate da un feeling e da un interplay subito riconoscibili, Francesca Tandoi ed Eleonora Strino hanno soddisfatto appieno il palato fine di tutti i jazzofili della prima ora, quelli più legati al mainstream, raccontandosi in note con spontaneità comunicativa, generosità interpretativa e interagendo con gli astanti coinvolgendoli spassosamente.

 

Francavilla è Jazz
7 settembre 2023, Corso Umberto I, Francavilla Fontana

Francesca Tandoi, voce e pianoforte
Eleonora Strino, voce e chitarra

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FRANCAVILLA È JAZZ | Il “canto” del mantice di Galliano e l’energia del suo trio https://www.soundcontest.com/francavilla-e-jazz-il-canto-del-mantice-di-galliano-e-lenergia-del-suo-trio/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=francavilla-e-jazz-il-canto-del-mantice-di-galliano-e-lenergia-del-suo-trio Wed, 06 Sep 2023 07:19:09 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=61949 Un’abbacinante summa di poesia e magia in note disvelata attraverso fascinazioni e suggestioni che hanno lasciato un segno indelebile, fra tango e colorazioni jazzistiche. La X edizione di Francavilla è Jazz, prestigioso festival egregiamente diretto da Alfredo Iaia, evento di punta dell’estate francavillese realizzato grazie al contributo dell’Amministrazione Comunale di Francavilla Fontana e al sostegno […]

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Un’abbacinante summa di poesia e magia in note disvelata attraverso fascinazioni e suggestioni che hanno lasciato un segno indelebile, fra tango e colorazioni jazzistiche. La X edizione di Francavilla è Jazz, prestigioso festival egregiamente diretto da Alfredo Iaia, evento di punta dell’estate francavillese realizzato grazie al contributo dell’Amministrazione Comunale di Francavilla Fontana e al sostegno degli sponsor privati, si è aperta con il concerto di Richard Galliano New York Tango Trio, formazione stellare diretta dalle sapienti mani di Galliano, uno fra i più grandi fisarmonicisti degli ultimi cinquant’anni, e completata da due eccezionali partner come Adrien Moignard alla chitarra e Diego Imbert al contrabbasso. A causa delle condizioni meteo assai precarie, la prima serata della rassegna si è svolta al Cinema Teatro Italia, venue scelta al posto di Piazza Giovanni XXIII.

Il trio del fisarmonicista italo-francese ha letteralmente mandato in visibilio il caloroso pubblico presente, che ha riservato scroscianti applausi ai tre protagonisti. “Cully 2022”, nuova opera discografica della formazione che comprende brani originali figli della rigogliosa vena compositiva di Galliano e personali tributi al leggendario Astor Piazzolla, il repertorio proposto per questo live. Il fisarmonicista ha incantato gli astanti con il suo alto senso estetico, esprimendosi con un fraseggio intriso di profondo senso melodico dallo spirito narrativo e descrittivo, luminosa cantabilità, toccante lirismo e travolgente energia interpretativa.

ph. R. Passaro

Al suo fianco hanno brillato Adrien Moignard – con il suo regale virtuosismo e la sua levità espressiva – e Diego Imbert – metronomico nel comping e sempre al servizio del trio con la sua spiccata musicalità. Ma come spesso accade, la grandezza di un artista è corroborata da un’umanità più unica che rara. Anche in questo Richard Galliano ha dimostrato di essere un numero uno, poiché per via della capienza massima di 500 posti del “Cinema Teatro Italia”, lui ha deciso di suonare in doppio set per accontentare i numerosissimi jazzofili (e non) che nel primo set non hanno potuto assistere al concerto a causa dell’esaurimento posti. Un gesto, questo, che dà l’idea della commovente generosità e dell’enorme rispetto di un uomo che fa della sensibilità, non solo musicale, una delle sue maggiori peculiarità. La decima edizione di “Francavilla è Jazz” è iniziata all’insegna della passione e dell’entusiasmo, grazie a un trio capace di donarsi con amore a un pubblico estasiato e grato che, dopo aver vissuto questa esperienza, si è interiormente arricchito.

ph. A. Tomaselli

Francavilla è Jazz
5 settembre 2023, Cinema Teatro Italia, Francavilla Fontana

Richard Galliano, fisarmonica
Adrien Moignard, chitarra
Diego Imbert, contrabbasso

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