peppe servillo Archivi - Sound Contest https://www.soundcontest.com/tag/peppe-servillo/ Musica e altri linguaggi Thu, 26 Oct 2023 08:13:37 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.1.1 PIANO CITY NAPOLI 2023: grande successo per la IX edizione https://www.soundcontest.com/pianocity-napoli-2023-grande-successo-per-la-ix-edizione/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=pianocity-napoli-2023-grande-successo-per-la-ix-edizione Fri, 20 Oct 2023 08:37:05 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=62606 Dal 12 al 15 ottobre 2023 é andata in scena la IX Edizione di Piano City Napoli: le note del pianoforte hanno riempito chiese, musei, auditorium, luoghi d’arte e case private per una quattro giorni a tutta musica ed il coinvolgimento di 300 pianisti, 24 location e 33 House Concert. Ne abbiamo seguiti tre.   […]

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Dal 12 al 15 ottobre 2023 é andata in scena la IX Edizione di Piano City Napoli: le note del pianoforte hanno riempito chiese, musei, auditorium, luoghi d’arte e case private per una quattro giorni a tutta musica ed il coinvolgimento di 300 pianisti, 24 location e 33 House Concert. Ne abbiamo seguiti tre.

 

Apertura in grande stile all’Auditorium Porta del Parco a Bagnoli, che ospita il sopraffino concerto del pianista Danilo Rea, che, per l’occasione, accompagna la voce ed il carisma dell’eclettico Peppe Servillo.

Napoli & Jazz è il progetto che propone alcuni grandi classici della tradizione canora napoletana rivisitati in chiave jazz dal collaudato duo.

Dopo una breve introduzione al programma della manifestazione ed ai contenuti del concerto, si presenta sul palco il giovane e talentuoso Antonio Roccia che, in qualità di vincitore del Contest “Una musica per Piano City 2023”, riscalda l’atmosfera e ci propone il suo brano che fa da “copertina sonora” a questa edizione del festival.

Ed ecco finalmente i due protagonisti arrivare in scena: dapprima un piano solo di Rea con un avvincente “mix” che alterna Senza Fine di Gino Paoli, Il Pescatore di De Andrè e la Carmen di Bizet.

L’eccezionale Peppe Servillo interpreta magistralmente ed introduce con il suo simpatico carisma Bocca di Rosa di De Andrè, Uocchie c’arraggiunate, Maruzzella di Carosone e Io Te Voglio Bene Assaje.

Di nuovo spazio a Rea in piano solo con un altro appassionante “medley”: A’ Cammesella, Core ‘ngrato e Chiove.

È di nuovo Servillo a prendere in mano le redini del concerto, presentando con dovizia di particolari ed eseguendo magistralmente Era de maggio di Di Giacomo/Costa, Tu sì ‘na cosa grande, Mandulinata Napoletana e Esta(te) di Libero Bovio.

Ed ecco un nuovo intrigante “collage” di Rea: Besame Mucho, Luna Rossa, Moon River, Quizas e Tammurriata Nera.

Il Duo si ricompone per proporre insieme le splendide Resta cu’ mme di Modugno, Reginella e Io te vurria vasa’.

Scroscianti applausi li richiamano sul palco per il bis: propongono quindi Munasterio ‘e Santa Chiara e Dicitencello vuje, che segnano la chiusura di un concerto che suggella un connubio tra le note del piano jazz e la tradizione canora della città di Napoli in modo davvero memorabile.

 

Sabato 14 ottobre la Basilica di San Giacomo Degli Spagnoli in Piazza Municipio ospita “Don’t Forget To Fly”, il concerto del pianista friulano – ma dalle origini partenopee – Remo Anzovino. La chiesa è gremita e l’atmosfera di una platea attenta e silenziosa sono proprio l’ideale per apprezzare il viaggio tra le note che ci apprestiamo ad intraprendere.

L’eleganza e la maestria di Anzovino ci conquistano immediatamente, mentre la prima parte del concerto si snoda in un’unica suite. Un lungo applauso sottolinea il gradimento degli spettatori e dá voce al Maestro, che si racconta e ci narra come il suo senso della melodia sia stato fortemente influenzato dalle sue radici napoletane.

Ci dice che nel sonno ciascuno di noi sperimenta un forte desiderio dell’infinito, che inizia con un volteggiare che fa sì che ciascuno prenda via via confidenza con l’elemento “aria”, mentre si inizia ad osservare quanto ci circonda.

Ha quindi inizio la seconda parte del concerto, in cui la musica ci racconta di desideri che prevalgono sulla paura; si vince dunque la forza di gravità e si comincia a volare con l’obiettivo di raggiungere il sole. Ci si potrebbe bruciare al suo cospetto, ma ciò, fortunatamente, non accade; la luce solare illumina e ci si sente dei vincitori: da quel momento in poi si può fare qualsiasi cosa si desideri.

Il concerto volge al termine ed il Maestro Anzovino ci ricorda che le immagini lasciateci dai sogni sono le chiavi di interpretazione della realtà.

Ci rammenta, inoltre, che l’essere umano è stato progettato per volare: una volta tornati a casa, ci esorta a non dimenticarci di annotare, su di un post-it da attaccare in cucina, l’esortazione “Don’t Forget To Fly!”.

L’entusiasmo è alle stelle ed il Maestro, prima di accomiatarsi, ci regala un estratto da Following Light, la colonna sonora da lui composta per un film dedicato a Claude Monet, che affermò che la luce cambia ogni 7 secondi. La musica che Anzovino ci propone ha a che fare con la luce, i suoi cambiamenti ed il suo significato interiore: c’è infatti la luce che ci consente di vedere ma anche quella, interiore, che emanano alcune persone.

Ci salutiamo con un interrogativo: così come la luce, anche i nostri stati d’animo e le nostre emozioni cambiano ogni 7 secondi: potrà il suono fare altrettanto?

 

Chiudiamo la nostra esperienza a Piano City 2023 spostandoci all’Auditorium Porta Del Parco di Bagnoli, dove, alle 21, applaudiamo la performance in piano solo dell’eccezionale e carismatico Omar Sosa.

La sua esibizione è dedicata ad un tema che sta a cuore a noi tutti, quello della pace; con una sorta di nastro color porpora attira vibrazioni positive intorno al pianoforte, che di questo nastro viene “cinto” per tutta la durata del concerto.

Brani originali si alternano a standard: molto suggestiva è la sua rivisitazione di Imagine di John Lennon, che viene eseguita nell’emozionante silenzio di una platea sold out.

Le mani affusolate del Maestro Sosa, che sembrano letteralmente “volare” sulla tastiera del pianoforte, catalizzano la nostra più profonda attenzione e calamitano totalmente i nostri sensi… siamo così “presi” che non ci accorgiamo che il tempo sta letteralmente volando e siamo già giunti al termine di questo toccante e strepitoso concerto.

 

Grazie Piano City! Alla prossima edizione!

 

 

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PIANO CITY NAPOLI 2023 – IX edizione: dal 12 al 15 ottobre, 4 giorni di concerti, 300 pianisti, 100 eventi, 24 location, 33 house concert https://www.soundcontest.com/piano-city-napoli-2023-ix-edizione-dal-12-al-15-ottobre-4-giorni-di-concerti-300-pianisti-100-eventi-24-location-33-house-concert/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=piano-city-napoli-2023-ix-edizione-dal-12-al-15-ottobre-4-giorni-di-concerti-300-pianisti-100-eventi-24-location-33-house-concert Tue, 10 Oct 2023 14:16:03 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=62385 Inaugurazione con Danilo Rea e Peppe Servillo Nona edizione di Piano City Napoli l’iniziativa musicale, unica nel suo genere dedicata interamente alla celebrazione di uno strumento, il pianoforte, declinato in tutte le sue possibili interpretazioni: classica, jazz, pop, contemporanea, rock, improvvisazione e nuove produzioni. Anche quest’anno, Piano City Napoli è promosso e finanziato dal Comune di […]

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Inaugurazione con Danilo Rea e Peppe Servillo

Nona edizione di Piano City Napoli l’iniziativa musicale, unica nel suo genere dedicata interamente alla celebrazione di uno strumento, il pianoforte, declinato in tutte le sue possibili interpretazioni: classica, jazz, pop, contemporanea, rock, improvvisazione e nuove produzioni.

Anche quest’anno, Piano City Napoli è promosso e finanziato dal Comune di Napoli nell’ambito del progetto Napoli Città della Musica ed organizzato dall’Associazione Napolipiano.

“Con Piano City Napoli la musica pervade la città, da Bagnoli a Ponticelli, passando per il Molo San Vincenzo e il Centro Direzionale. Il programma dell’edizione 2023 coinvolgerà istituzioni prestigiose come il Museo di Capodimonte, il Museo Filangieri e Villa Pignatelli e vedrà protagonista la Napoli policentrica con gli appuntamenti al Teatro Area Nord, al Liceo Melissa Bassi di Scampia e al Centro Polifunzionale Ciro Colonna di Ponticelli. Un cartellone diffuso, che ben rispecchia l’impegno del Sindaco Manfredi e dell’Amministrazione tutta nel valorizzare, attraverso la cultura, l’intero territorio napoletano. Tra le location coinvolte, anche spazi raramente accessibili al pubblico come la Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli e Castel Capuano, con cui l’Amministrazione ha recentemente instaurato collaborazioni volte ad aprirli alla città attraverso una programmazione culturale dedicata” ha dichiarato il coordinatore delle politiche culturali del Comune di Napoli Sergio Locoratolo.

“Il progetto Napoli Città della Musica si ispira ad alcune parole chiave, che Piano City Napoli ha fatto proprie. Ne ricorderò due. La prima è educazione musicale, che ritroviamo, ad esempio, nello spazio riservato ai laboratori creativo-musicali per bambini fino a 6 anni o anche nel coinvolgimento diretto degli allievi dei licei musicali e dei conservatori della Campania. La seconda è inclusività, che l’edizione 2023 della manifestazione declina proponendo due concerti straordinari, dedicati ai giovani detenuti presso l’Istituto Penale per i Minorenni di Nisida e ai bambini ricoverati presso l’Ospedale Santobono-Pausilipon” ha dichiarato il delegato del sindaco per l’industria musicale e l’audiovisivo Ferdinando Tozzi.

Sono numeri importanti quelli di Piano City Napoli 2023, Festival Internazionale del pianoforte che ritorna dal 12 al 15 ottobre: 4 giorni di concerti per 100 appuntamenti, in 24 location, con 300 pianisti (professionisti, appassionati, studenti), 33 house concert.

Il format nato da un’idea del pianista tedesco Andreas Kern (che quest’anno sarà presente) è replicato in molte città, nel capoluogo partenopeo la manifestazione è approdata nel 2013 e qui ha trovato una delle sue più riuscite realizzazioni grazie alla storica Ditta Alberto Napolitano Pianoforti di Piazza Carità.

Napoli è inoltre stata scelta come location del I° World Piano City meeting, un incontro molto importante che riunirà e metterà a confronto le delegazioni internazionali di Piano City degli Stati Uniti, di Madrid, Atene, Pordenone, Lecce e Napoli.

La serata inaugurale si svolgerà all’Auditorium Porta del Parco di Bagnoli giovedì 12 ottobre, ore 21 con Danilo Rea, uno dei pianisti più apprezzati al mondo e Peppe Servillo cantante, autore di colonne sonore, nonché attore cinematografico e teatrale. Insieme daranno inizio alla rassegna con “Napoli e Jazz”, un concerto tributo alla tradizione napoletana.

In apertura si esibirà anche Antonio Roccia vincitore del Contest “Una Musica per Piano City Napoli 2023”, ideato quest’anno per favorire la produzione di musiche originali.

“Piano City Napoli 2023 si conferma come la formula più innovativa di distribuzione della musica: non più settori circoscritti ma varietà, cultura e svago e soprattutto spazio ai giovani – dichiara il direttore artistico della manifestazione Dario Candela – una proposta a 360 gradi.”

Per il jazz, Piano City Napoli si avvale della consulenza di Alberto Bruno e Ornella Falco dell’associazione Live Tones.

Da Bruno Canino a al duo Danilo Blaiotta e Nicola Andrioli, Omar Sosa, Roberto Cappello, Mario Nappi, Luca Filastro, Tony Berchmans, Andreas Kern, Remo Anzovino, Elena Chiavegato, Duo Blanc & Noir, Chia-Hui Su, fino ad arrivare al pianista youtuber Francesco Parrino, solo per citarne alcuni, la nona stagione presenta un cartellone ricchissimo e con tante chicche.

 

Venerdì 13 all’Auditorium di Bagnoli viene proposta in prima assoluta La quinta di Beethoven per 8 pianoforti a cura di Patrizio Marrone. E ritroviamo anche quest’anno, costante di tutte le edizioni, la sezione dei Concerti a due pianoforti che si terranno nella Basilica di San Paolo Maggiore, tra cui il duo Paola Maria Montemurro-Giulia Olivieri e il duo Vincenzo Napolitano-Alisa Pimanova entrambi in coproduzione con la Fondazione Pietà dè Turchini.  La stessa Fondazione Pietà dè Turchini inoltre organizza presso la Chiesa di S. Rocco alla Riviera di Chiaia due eventi dal titolo Pianismo Napoletano tra ‘800 e ‘900 con protagonisti alcuni studenti del Conservatorio San Pietro a Majella.

Seconda edizione per l’appuntamento con le visite guidate a cura di ATI al Molo San Vincenzo sabato pomeriggio, protagonista il pianista contemporaneo Luca Amitrano.

Si segnalano, inoltre, i concerti al Teatro TAN a Piscinola, al Centro Polifunzionale Ciro Colonna di Ponticelli e al Liceo Melissa Bassi di Scampia con la partecipazione anche di Andreas Kern.

Non manca il tradizionale Concerto all’alba al Museo Hermann Nitsch che vedrà impegnato Federico Gerini, pianista e docente toscano che si occupa da anni prevalentemente di improvvisazione radicale e di musica da camera, con particolare riguardo ai linguaggi, stili e repertori del Novecento e della contemporaneità.

Chiaramente saranno presenti tutti i Conservatori della Campania, ma protagonista di una vera e propria maratona che vede coinvolti gli allievi sarà il Conservatorio di San Pietro a Majella dove è previsto piaNoNstop.

Grande attenzione ai giovanissimi con Piano City Napoli per Piccoli Musicisti da 0 a 6 anni che prevede laboratori creativo musicali per giovani talenti e I bambini sui Piano…FORTI che vedrà impegnati 5 bambini per 5 pianoforti.

Novità di questa edizione la sezione I premiatissimi che vedrà esibirsi giovani talenti vincitori di importanti premi internazionali: Nicolò Cafaro, Alberto Ferro, Leonardo Colafelice, Irene Veneziano.

Due, infine, le iniziative a carattere sociale: il concerto organizzato all’Istituto Penale per i Minorenni di Nisida con il pianista Luis Di Gennaro e quello per i bambini del presidio Ospedaliero Pausilipon con Giuseppe Granatello.

Per chi è maggiormente legato alla tradizione è prevista una sezione dedicata alla Musica classica napoletana rappresentata da Massimo Marrazzo e Pasquale Cirillo nella ormai consueta cornice di Villa Di Donato e Pasquale Tufano al Museo Filangieri.

 

Si rende omaggio a vari compositori in diversi concerti: Sergej V. Rachmaninoff, Dmítrij Dmítrievič Šostakóvič, Remo Vinciguerra, Franz Liszt e a Ryūichi Sakamoto scomparso recentemente.

Tra le nuove location si segnalano l’Auditorium Porta del Parco di Bagnoli, la Basilica di San Giacomo degli Spagnoli con il contemporaneo Remo Anzovino e la classica Elena Chiavegato entrambi organizzati in coproduzione con la Fondazione Pietà dè Turchini, Castel Capuano con il Concerto per la pace ed il jazz di Giuliana Soscia, Villa Pignatelli in collaborazione con l’Associazione Maggio della Musica.

Si confermano alcune sedi impegnate tutti e tre i giorni della manifestazione: la Domus Ars – Il Canto di Virgilio che ospiterà anche le maratone degli Istituti Musicali, il Complesso Monastico di Santa Maria in Gerusalemme che sarà un contenitore dedicato alla musica classica con interpreti di tutte le età, e il Museo Civico Gaetano Filangieri che con il suo stile eclettico ospiterà concerti di tutti i generi musicali, dalla classica al jazz fino all’incontro di musica e meditazione.

È importante sapere che tutti i concerti sono ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti (secondo l’agibilità delle location) ad eccezione del Museo di Capodimonte, del Museo Filangieri, di Villa Pignatelli e del Museo Nitsch per i quali è necessario un biglietto d’ingresso consentendo la visita alle collezioni.

Per i concerti in cui è obbligatoria la prenotazione è possibile farla dal sito web www.pianocitynapoli.it (primo fra tutti quello di inaugurazione con Danilo Rea e Peppe Servillo, per gli House Concert e per alcuni Main Concert). Ai concerti prenotati si potrà accedere fino a 15 minuti prima dell’orario di inizio, poi sarà annullata la prenotazione e non sarà possibile entrare a concerto iniziato.

Di seguito alcuni degli appuntamenti più attesi.

IL CALENDARIO COMPLETO su www.pianocitynapoli.it

 

VENERDÌ 13

CENTRO DIREZIONALE – ANFITEATRO

17.00 “Cerca sempre ciò che è in Armonia con la tua natura e va in quella direzione…” – Mario Nappi jazz

FOQUS – FONDAZIONE QUARTIERI SPAGNOLI

19.30 “CinePiano” – Tony Berchmans – improvvisazione per un film muto

FOQUS – FONDAZIONE QUARTIERI SPAGNOLI

21,30 “Crossing Rachmaninov” con Flavio Villani e la proiezione di una parte del documentario Netflix Prime di cui il pianista è protagonista

AUDITORIUM PORTA DEL PARCO – BAGNOLI

21.00 La quinta di Beethoven per 8 pianoforti (classica) il tradizionale appuntamento curato da Patrizio Marrone che vedrà protagonisti con lui i pianisti Francesca Bandiera, Lorenzo Corrado, Valentina Donato, Gennaro Musella, Alfredo Giordano Orsini, Shana Perrella, Massimo Tomei

 

SABATO 14

CONSERVATORIO SAN PIETRO A MAJELLA – SALA SCARLATTI

10.30/13.00 “piaNoNstop”

Maratona degli allievi del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli

CASTEL CAPUANO – SALONE DEI BUSTI

11.00 Concerto per la Pace – Musiche di autori Russi e Ucraini;

Rossana Lanzillotta, Domenico Spampanato, Mario Merola

FOQUS – FONDAZIONE QUARTIERI SPAGNOLI

12.00 UN PIANOFORTE SPECIALE

“La costruzione del pianoforte STEINWAY dal 1850 ad oggi: tradizione ed innovazione” A cura di Laurda Nezha – Steinway Italia, con la partecipazione del

pianista Gino Giovannelli e del tecnico Mario Laudati

12.15 “STEINWAY K – 132 Dolce Pedal”. Introduzione di un nuovo brevetto per pianoforti verticali Steinway.

12.30 “STEINWAY SPIRIO | R EXPERIENCE: Play, Listen, Record and Edit”.

BASILICA DI SAN GIACOMO DEGLI SPAGNOLI

Ingresso con prenotazione obbligatoria dal sito www.pianocitynapoli.it

17.00 “Romanze senza parole” con la famosa pianista italo-giapponese Elena Chiavegato (classica)

In coproduzione con la Fondazione Pietà dè Turchini

 FOQUS – FONDAZIONE QUARTIERI SPAGNOLI

17.00 “L’elaborazione della canzone: riassunto delle puntate precedenti” con i pianisti Alfredo Giordano Orsini, Nello Mallardo, Patrizio Marrone, Francesco Marziani, Donato Meo, Carlo Mormile, Mimmo Napolitano, Massimo Russo, Luciano Tomei, Massimo Tomei

AUDITORIUM PORTA DEL PARCO – BAGNOLI

Ingresso con prenotazione obbligatoria dal sito www.pianocitynapoli.it

21.00 Omar Sosa Piano Solo (jazz/contemporanea). Torna a Napoli dopo oltre quattro anni l’amatissimo pianista cubano

21.30  ”Concert in the Yard” con Andreas Kern Concerto dell’ideatore di Piano City

 

DOMENICA 15

MUSEO HERMANN NITSCH

Ingresso con biglietto ridotto del Museo € 3

06.30 Concerto all’alba: “Yugen” il tradizionale appuntamento molto seguito dai più giovani quest’anno vedrà impegnato Federico Gerini (improvvisazione)

GALLERIE D’ITALIA

11.00 /18.00 “RACHmania” In occasione del 150° anniversario della nascita di Sergej Rachmaninov, maratona degli allievi dei Conservatori della Campania

FOQUS – FONDAZIONE QUARTIERI SPAGNOLI

12.00 “I bambini sui Piano…FORTI!!!”

Omaggio a Remo Vinciguerra

5 bambini per 5 pianoforti

GALLERIA UMBERTO I

CONCERTO CON LE CUFFIE

17.00 Un pomeriggio magico ascoltando un pianoforte a passeggio in Galleria. Grazie alla tecnologia del SILENT PIANO i concerti saranno udibili con l’utilizzo di cuffie fornite al momento

Marco Bottazzi, Sophie Vallauri, Angelo Amico, Simone Sassu

AUDITORIUM PORTA DEL PARCO – BAGNOLI

Ingresso con prenotazione obbligatoria dal sito www.pianocitynapoli.it

21.00 “L’Europa di mezzo” con Bruno Canino uno dei pianisti napoletani più noti nel mondo e molto amato dal pubblico partenopeo (classica)

Con lui si esibirà il giovane Gianantonio Frisone

FOQUS – FONDAZIONE QUARTIERI SPAGNOLI

21.30 “Napule è… Steinway Spirio” – Francesco Parrino (pop)

Duetto tra il pianista youtuber e il pianoforte autosuonante Steinway Spirio|r a colpi di arrangiamenti pop

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“Double Sky” jazz festival alla Certosa di Padula dal 23 al 27 agosto https://www.soundcontest.com/double-sky-jazz-festival-alla-certosa-di-padula-dal-23-al-27-agosto/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=double-sky-jazz-festival-alla-certosa-di-padula-dal-23-al-27-agosto Thu, 22 Jul 2021 20:28:45 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=51108 “Double Sky” prima edizione festival jazz diretto da Maria Pia De Vito 23/27 agosto Certosa di Padula     Il 23 agosto in esclusiva italiana “I Caraviaggianti” di Rita Marcotulli Grande musica, tra concerti, installazioni artistiche e masterclass anteprima il 19 agosto con Javier Girotto & Aires Tango e Peppe Servillo Rita Marcotulli, Gianluca Petrella, Luca […]

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“Double Sky” prima edizione
festival jazz diretto da Maria Pia De Vito
23/27 agosto Certosa di Padula

 

 

Il 23 agosto in esclusiva italiana “I Caraviaggianti” di Rita Marcotulli

Grande musica, tra concerti, installazioni artistiche e masterclass
anteprima il 19 agosto con Javier Girotto & Aires Tango e Peppe Servillo

Rita Marcotulli, Gianluca Petrella, Luca Aquino, Peppe Servillo, Javier Girotto, Fabrizio Bosso, Giovanni Guidi, Francesco Bearzatti, Michele Rabbia, sono questi gli straordinari artisti, insieme a tanti altri, che saranno protagonisti di Double Sky, la rassegna di musica internazionale diretta da Maria Pia De Vito, organizzata e promossa dalla Scabec per la Regione Campania, che, con un’anteprima il 19 agosto e dal 23 al 27 agosto, animerà la Certosa di San Lorenzo a Padula con concerti e masterclass nell’ambito di un calendario di appuntamenti dal titolo “Padula. La Certosa delle arti”.
Una prima edizione di Double Sky nel segno dell’incontro tra linguaggi e discipline musicali e artistiche diverse, che è riuscita a riunire alcuni dei nomi più interessanti della scena internazionale, intorno a un progetto che non vuole essere solo legato all’esibizione ma diventare un momento di confronto e di crescita creativa e culturale, come spiega la direttrice De Vito: “I concept portanti della rassegna sono la ricerca e l’incontro. Incontro tra diverse matrici culturali, tra pratiche musicali diverse, tra diverse discipline artistiche, prendendo le mosse dal bacino multiculturale del jazz, in un programma di concerti e seminari sulla creatività”. Da questa declinazione di stili e dall’incontro di diverse sensibilità nasce la proposta artistica di grande interesse selezionata dalla De Vito.

La rassegna sarà preceduta da una anteprima giovedì 19 agosto alle ore 21 con Javier Girotto & Aires Tango, formazione longeva, che declina il tango con l’improvvisazione e che a Padula si incontrerà con la voce, la penna d’autore e la teatralità di Peppe Servillo.

La rassegna avrà inizio lunedì 23 agosto con una anteprima aperta al pubblico in esclusiva del progetto “I Caraviaggianti” di Rita Marcotulli. Una prima internazionale, dopo l’anteprima privata ad Umbria Jazz 2018. Si tratta di un’opera multimediale che incrocia jazz, musica classica, elettronica, teatro e arte figurativa. I dipinti di Caravaggio “animati” dai visual designer Karmachina, la voce narrante e i testi di Stefano Benni, le musiche composte dalla Marcotulli ed eseguite da una formazione internazionale di altissima qualità: la giapponese Mieko Miyazachi al koto, il messicano Israel Varela alla batteria, il norvegese Tore Brumborg ai sassofoni, il francoalgerino Michel Benità al contrabbasso, gli italiani Marco Decimo al violoncello e Michele Rabbia alle percussioni e elettronica. Uno spettacolo visionario e appassionante.

Martedì 24 agosto il quartetto stellare di Fabrizio Bosso, una delle nostre “star” della tromba internazionale, presenterà We Four, sentitissimo progetto nato dopo il primo lockdown, forte di composizioni originali del quartetto e riletture nel segno del più intenso interplay jazzistico.

Mercoledì 25 agosto, Francesco Bearzatti e il suo pluripremiato quartetto Tinissima si producono in Zorro, una suite ispirata ai cent’anni del personaggio cinematografico interpretato per la prima volta nel 1920 da Douglas Fairbanks. Nella musica del quartetto trovano posto grandi temi di respiro cinematografico, interludi romantici, ampi paesaggi e inseguimenti mozzafiato. Il jazz come esperienza cinematografica, animato da un quartetto dall’impressionante interplay.

Giovedì 26 agosto il trombettista beneventano Luca Aquino, esploratore sonoro contemporaneo tra i più apprezzati al mondo, presenta “Gong. Il suono dell’ultimo round”, un progetto in cui col suo quartetto, arricchito dalla presenza di Manu Katchè, batterista che lavora con artisti quali Peter Gabriel e Sting, racconta in musica le grandi storie della boxe: da Carnera a Muhammad Ali, da Sugar Ray Robinson fino a Tyson. Le note del jazz per raccontare le imprese, le vittorie ma anche le grandi sconfitte di questi atleti entrati nel mito della boxe. La musica di Luca Aquino sarà anche in questo caso arricchita dai visual curati dal maestro Mimmo Paladino, caposcuola della transavanguardia italiana, e dai testi di Giorgio Terruzzi, tra le penne più brillanti e note del giornalismo sportivo italiano.

Venerdì 27 agosto, chiusura con un doppio concerto. Il progetto Little Italy del talentuoso pianista Giovanni Guidi che con la sua formazione racconterà una storia di migrazione in musica e immagini, con un video sulla migrazione italiana dei primi anni del’900. E a seguire, il duo di Gianluca Petrella e Pasquale Mirra, rispettivamente: trombone e vibrafono; un duo atipico in un gioco di equilibri tra melodia, ritmo, armonia ed elettronica.

Dal 24 al 27 agosto partiranno le masterclass e i laboratori creativi (già sold out) che vedranno coinvolti alcuni artisti protagonisti della rassegna.
Rita Marcotulli, Israel Varela, Michele Rabbia, Daniele Roccato e Maria Pia De Vito terranno le loro masterclass mattutine di approfondimento e condurranno insieme dei laboratori creativi pomeridiani, in cui gli studenti potranno praticare insieme agli insegnanti elementi di linguaggio ritmico e improvvisazione intuitiva, pensati espressivamente allo scopo di ispirare e far crescere giovani artisti della musica e non solo.

Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito su prenotazione obbligatoria e si terranno nel Chiostro Grande della Certosa di San Lorenzo.
Saranno disponibili a breve le modalità di accesso alle prenotazioni, per tutte le info https://www.scabec.it/progetti/la-certosa-delle-arti.
Tutti gli eventi si svolgeranno nel pieno rispetto delle normative anti-Covid19 con obbligo di indossare la mascherina.

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PEPPE SERVILLO | Istrione e Cantator https://www.soundcontest.com/peppe-servillo-istrione-e-cantator/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=peppe-servillo-istrione-e-cantator Mon, 03 Aug 2020 21:50:19 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=45275 Artista di trasversale popolarità e gradimento, “cantatore” di natali casertani ma residente a Roma che alla sfera canora ha conferito peculiare spessore, implementandola di una ricca e caratteristica fisionomia teatrante, intessuta di suadente vocalità e di cattivante gestualità, rendendo appagante, con cifra personale e soprattutto istrionica, la partecipazione ai propri diversificati spettacoli, Peppe Servillo può […]

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Artista di trasversale popolarità e gradimento, “cantatore” di natali casertani ma residente a Roma che alla sfera canora ha conferito peculiare spessore, implementandola di una ricca e caratteristica fisionomia teatrante, intessuta di suadente vocalità e di cattivante gestualità, rendendo appagante, con cifra personale e soprattutto istrionica, la partecipazione ai propri diversificati spettacoli, Peppe Servillo può vantare una sfaccettata e non certo parca carriera ed attività che non si esaurisce certo nell’essere il frontman della band Avion Travel, ensemble che ha attraversato più incarnazioni, e pervenuto ad enorme popolarità grazie all’inattesa vittoria sanremese nel 2000 in virtù di una sofisticata proposta (per cui si arrivò anche a commentare che “un certo snobismo occupava un posto anomalo”) salvo poi registrare una ancor più inattesa bocciatura alla nuova candidatura alla competizione di Sanremo.

Varie (anzi ormai fuor di contabilità) le collaborazioni con artisti non soltanto italiani, spesso provenienti dal mondo del jazz (tra cui Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Fabrizio Bosso e la lista prosegue) come pure la raffinata realtà del Solis String Quartet ed altre libere associazioni, con cui si è investito anche nella rivisitazione di popolari artisti della canzone tra i quali Domenico Modugno o Adriano Celentano (ed altri, come si leggerà), offrendone una reinterpretazione spesso sorprendente non dimenticando anche il suo esser animatore, da primus inter pares, del trio vocal-strumentale italo-argentino Servillo-Girotto-Mangalavite, tuttora in pista e vitale.

Conversatore civile, sempre graziato da modestia e indubbia chiarezza per ogni tipologia di interlocutore, il Nostro pur aperto a domande di carattere astratto o generale ha per l’occasione preferito concentrarsi piuttosto su aspetti più tipici (ed anche nuovi) del proprio lavoro, includendo le criticità correnti, trasmettendo una visione entusiasta, quantunque critica dal proprio punto di vista, del “mestiere dell’Artista”.  

Breve profilo dell’Artista Peppe Servillo.

L’esperienza Avion Travel è stata quella più determinante per la mia formazione; la carriera d’attore, pur importante, ha rappresentato un passaggio successivo, ma direi che la mia “natura teatrale” mi ha condotto a far convergere le due realtà, ritenendo che il mestiere d’attore abbia avuto, ed abbia, molto da trasmettere ed insegnare alla mia veste di cantante.

Costituito il gruppo nel 1980, abbiamo attraversato negli anni ’80 l’ondata del nuovo rock italiano, e gli anni ’90 hanno portato con l’esperienza presso Sugar la grande triade discografica (oltre al successo sanremese).

La band si è ora ricostituita da quattro anni, nel 2018 abbiamo pubblicato il nuovo disco e ora ci accingiamo a festeggiare, se non i nostri “primi” quaranta anni, semplicemente i “nostri” quaranta anni d’esistenza ed attività.

Chiaramente un pensiero va anche al recentemente scomparso Fausto Mesolella, grande chitarrista che con il suo talento è pervenuto nella band più avanti, nel 1986, ma è stato il personaggio cui il gruppo ha sempre guardato con grandissima curiosità.

 

Forse, non del tutto appropriatamente, si è posto l’accento sui tratti e sui segni partenopei della Vostra espressione, non tributando uguale attenzione alla città d’origine della “banda casertana”.

Ciò, se posso dire, è un “male” fino ad un certo punto, perché non neghiamo che la nostra espressione e le nostre scelte stilistiche hanno per lo più fatto riferimento a quella realtà, che continua ad improntarci, e se io vivo a Roma da oltre trenta anni, è alla realtà di Napoli che va costantemente il mio pensiero.

 

Emendati dalla colpa, possiamo dunque e liberamente concentrarci sull’essenza dell’identità partenopea, per come è vissuta nella tua Arte.

Nello specifico trovo di centrale importanza, e non solo per il mio lavoro, la canzone napoletana, che è figlia di quel teatro musicale che storicamente punta al ‘700 (con tutti quegli autori storici, i Cimarosa, Pergolesi…). È tutto un mondo portatore di un “valore” che anche nella mia arte si esplicita nell’interpretazione gestuale, nell’uso del corpo, nella mimica, tutte componenti di una dimensione del teatro di cui io porto avanti una mia interpretazione.

Va poi da sé (ed è storicamente verificabile) che la canzone italiana nel senso popolare sia a sua volta figlia della canzone napoletana; non è del resto un caso che il Festival della Canzone italiana sia stato preceduto nel tempo da quello della Canzone napoletana.

 

Andiamo ad un’altra grande realtà, il trio Servillo-Girotto-Mangalavite, due diverse espressioni del Sud dell’Occidente: la miscela è ancora attiva?

Certamente. Dagli inizi, due grandi musicisti quali Javier Girotto e Natalio Mangalavite hanno sempre considerato il mio modo di cantare ed esprimere molto affine alla loro visione di italo-argentini, cosa che mi ha molto lusingato e da cui ho poi avuto molto da imparare, in una realtà di mutuo scambio con cui il trio ulteriormente va accrescendo la propria fisionomia. Del trio, posso già anticipare che è in preparazione un nuovo album, il quarto, che dedicheremo al grande Lucio Dalla, artista che direi ha già rivelato per intero la sua statura d’artista, che noi dal nostro canto abbiamo molto sviscerato e al quale offriamo testimonianza ed omaggio dal nostro punto di vista italo-latino-sudamericano, ricordando che anche in Sudamerica Lucio ha avuto modo di prodursi ed esser apprezzato più e più volte.

 

Avendo attraversato almeno due (o forse tre) fasce generazionali di pubblico, l’ultima delle quali inclusiva dei “millennials”, quale fisionomia attribuire al pubblico contemporaneo?

I riscontri sono certo positivi e lusinghieri, ma non mi considero un trascinatore, con la presunzione di coinvolgere intere generazioni; ho fatto tesoro dell’opportunità di potermi esibire anche su ribalte molto popolari, ma rimane il fatto che le proposte fatte nei vari spettacoli sono state connotate da prese di posizione forti e precise, non potendo così aspirare per vocazione ad una popolarità universale. Del resto, questo è coerente alle scelte che io compio anche da ascoltatore.

Sono anche consapevole degli influssi derivati dai media virtuali, ma non direi di averne avvertito particolarmente le conseguenze, del resto, pur non disconoscendo la realtà connessa al mondo di Internet, inclusa la vendita di musica attraverso questi strumenti, confermo tuttora di non sentirmi particolarmente legato né sintonizzato, per temperamento personale, a questa realtà.

 

In effetti non è nuovo riscontrare un tuo limitato investimento sulle piattaforme in rete. La nostra conversazione, ad esempio, non avviene tramite un mezzo social o virtuale ma, molto analogicamente, al telefono.

Sì, di mio continuo sicuramente a non avvertire particolare confidenza o feeling nei confronti di questi media, verso cui mi sento in qualche modo frenato da un certo mio… pudore, direi. Questo non è comunque una regola assoluta, ad esempio, è stato allestito uno specifico sito di promozione per quanto atteneva ai miei spettacoli con i Solis, così come le attività del trio con Girotto e Mangalavite sono riscontrabili in rete, anche se sul sito dell’amico Javier Girotto.

 

Due concetti importanti “onestà” e “libertà”: in arte sono antitetici o conciliabili?

Il mestiere dell’artista ha per natura a che fare con l’invenzione e quindi un po’ con l’ipocrisia, che dunque mette in gioco l’onestà comunemente intesa, quanto alla libertà è noto come durante l’attraversamento di certi regimi la libertà in arte ha dovuto vivere censure e sotterfugi. Parlando poi delle libertà delle proprie scelte per realizzarsi nella propria arte, devo dire che ciò cozza con modelli imposti dall’alto, dall’industria nella misura in cui questi possano essere fruibili, nel senso più precipuo di vendibili.

Permane e secondo me deve esser valorizzata l’onestà quale seria, produttiva ricerca intellettuale, una valida messa in scena con un fruttuoso contatto tra artista e pubblico.

Non escludo affatto vi siano, anzi ammiro ed apprezzo artisti ad autori molto seri che riescono a svincolarsi dai modelli imposti, con la capacità di realizzare progetti di grande e comune interesse. Ma questo è un qualcosa che permane molto distante da certi esempi di suggestione dominante, imposte con forme spettacolari da grandi numeri, in cui però il livello di percezione e consapevolezza mi sembra invece bassissimo.

 

Cattivi Maestri vs Modelli Virtuosi (o viceversa)

Non avendo la presunzione nemmeno di identificare esempi di questo o quel versante, dico che comunque non è raro il riscontro di artisti che sarebbero anche un valido modello, salvo poi essere “cattivi maestri” sul piano personale. Temo che spesso si “costruisca” un modello, insomma un personaggio facilmente vendibile, capace di raccogliere successo ed esercitare suggestione, che aggrega “valore” millantando storie personali imbastite ad arte, nei fatti del tutto differenti dal loro reale vissuto, ma funzionali a conferire interesse al personaggio stesso.

 

Ti è proprio il concetto di “affabulazione”?

Direi certamente di sì! Ed è anche ciò che mi dispongo a “subire” (ed apprezzare) da spettatore, e mi affascina, una strada che io stesso cerco di praticare sovente, per non dire costantemente, alla ricerca di sempre nuove idee e soluzioni, per conferire ulteriore credito e valore al mio lavoro.

 

Stiamo per venir fuori da una grande criticità, che nel periodo appena precedente ha rivelato la fragilità del mondo e, non ultima, della società dello spettacolo.

In realtà bisogna dire che queste criticità esistevano già da prima, e non avevamo davvero bisogno di una epidemia da virus per prenderne atto. Quanto alla soppressione delle occasioni di spettacolo, e dunque della realtà di “lavoratore“ dell’artista, ritengo che si sbagli a ritenere che la categoria fosse in precedenza più considerata.

Se qualcuno credeva di aver raggiunto o conseguito un “titolo” di artista, per non dire della “condizione” del successo, tale riconoscimento spetta ed è necessario a chi il mestiere lo pratica quotidianamente con rigore e disciplina. La privazione della possibilità di partecipare alla realtà dello spettacolo si traduce in una ferita per tutti… forse più per qualcuno che per altri, che ci rende tutti più consapevoli di quanto questo sia un mestiere davvero molto difficile ma, condividendolo con il nostro pubblico, questo ci riesca da sprone a tutelare insieme il senso del bene comune. Si è palesata la necessità di far ricorso anche ad espedienti, certo utili, ma direi che su tutto si è affermata la consapevolezza di scoprire che la comunità si ritrova nel momento della partecipazione intorno ad un evento artistico, conferendo allo spettacolo stesso valore civile, informando e coinvolgendo le persone.

 

“La vita somiglia molto al jazz… è meglio quando si improvvisa” (George Gershwin)

Eh, Gershwin è una grande figura e un grande modello, così come il jazz lo è! E certamente concordo con quanto sia importante l’improvvisazione nel jazz, con il suo linguaggio così complesso. Devo però dire che almeno nella mia arte l’improvvisazione non mi è propria, certo mi ci ritrovo un po’ come attore e quello che si può considerare l’errore di oggi può generare nuove idee e nuovi spunti. Ma diversamente da quanto si può pensare faccio riferimento ad un linguaggio scritto, complesso e rigoroso e, se mi si chiede dell’improvvisazione, non è qualcosa che io possa dire di saper fare!

 

Ti consideri più dionisiaco o apollineo?

Apollineo certamente nella qualità dei testi e nella preparazione che attualmente pongo in atto per gli spettacoli; poi, la libertà e l’appagamento che riesco a sperimentare sul palco sono una dimensione certamente più… dionisiaca!

 

Ci congediamo tornando al tuo ormai consolidato, introduttivo marchio di fabbrica da palcoscenico “Innanzitutto, la buona creanza”: una campanella gentile in un mondo sgomitante e chiassoso?

È questa una analogia che mi piace, e certamente mi sento di condividerla. Ho avvertito l’opportunità di un invito, un qualcosa che predisponesse bene il pubblico… ho sempre l’abitudine di scambiare due parole con gli spettatori, con cui il mio proposito non vuol essere quello di spiegare, piuttosto quello di sollecitare verso il viaggio che insieme al pubblico si compie.

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