nuovo album Archivi - Sound Contest https://www.soundcontest.com/tag/nuovo-album/ Musica e altri linguaggi Thu, 25 Jan 2024 18:49:10 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.1.1 The Public Radar, con Neon Rain si viaggia negli 80s https://www.soundcontest.com/the-public-radar-con-neon-rain-si-viaggia-negli-80s/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=the-public-radar-con-neon-rain-si-viaggia-negli-80s Thu, 25 Jan 2024 18:49:10 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=63700 Neon Rain è il titolo del nuovo album della formazione romana The Public Radar, disponibile da giovedì 25 gennaio in tutte le piattaforme digitali pubblicato da Pop Up Records. La band nata nel 2012 composta da Max Alto (voce e chitarra) e Francesco Conte (chitarra e synth), torna oggi a quasi 10 anni dal precedente […]

L'articolo The Public Radar, con Neon Rain si viaggia negli 80s proviene da Sound Contest.

]]>
Neon Rain è il titolo del nuovo album della formazione romana The Public Radar, disponibile da giovedì 25 gennaio in tutte le piattaforme digitali pubblicato da Pop Up Records.

La band nata nel 2012 composta da Max Alto (voce e chitarra) e Francesco Conte (chitarra e synth), torna oggi a quasi 10 anni dal precedente “A new sunrise” con un lavoro che conferma lo stile e la visione che ha sviluppato negli anni.

Per questo disco si sono avvalsi della collaborazione del produttore inglese Steve Lyon, già dietro al mixer per gruppi iconici come Depeche Mode e Cure. Il tocco di Lyon, che ha co-prodotto assieme alla band tutto il disco, è evidente proprio per le sonorità che attraversano le tracce. Un pop melodico a base electro, con influenze che si spostano tra retro wave e synth pop, un vero e proprio tributo all’immaginario sonoro degli Anni ’80. Ma la mission dei The Public Radar non è una mera operazione nostalgia. Gli arrangiamenti, la scelta dei suoni, il retrogusto malinconico delle linee vocali, mettono a fuoco un progetto ben preciso: sviscerare, interpretare e attualizzare ciò che quegli anni hanno rappresentato nell’essenza più profonda. Se per i testi si sono affidati ad Andrew Mecoli, la realizzazione del disco è stata completata tra il The Shelter Room studio di Roma e il Panic Button Studios di Londra, con il master finalizzato allo Studio Gröndahl a Stoccolma da Thomas “Plec” Johansson.

Così Neon Rain si presenta come un bouquet di vibrazioni scintillanti, caleidoscopici loop di synth, beat accattivanti che omaggiano le band più significative di quell’epoca: dai Depeche Mode ai Duran Duran, dai Visage ai Soft Cell. Il tutto con un approccio moderno, ma anche fuori dal tempo. L’intento della band era di creare qualcosa di ballabile e melodico, ma al contempo permeato di quell’inquietudine tipica del filone dark wave. L’ideale colonna sonora di un film distopico o di un videogioco generazionale, tra suoni incisivi ma seppur non aggressivi.

Se questo disco è figlio degli ascolti e dell’apparenza generazionale della band, non vuole essere un mero esercizio di stile rivolto a quella fascia d’età. La fluidità delle canzoni, infatti, non solo soddisfa quelli che sono gli amanti del genere, ma respira perfettamente la contemporaneità dei nostri giorni.

La pubblicazione è accompagnata dal videoclip della traccia Endless firmato dai registi Giulio Dell’Aquila e Pierfrancesco Bigazzi. Un concpet visuale che rimanda all’impronta estetica e culturale della band.

L'articolo The Public Radar, con Neon Rain si viaggia negli 80s proviene da Sound Contest.

]]>
Happy Run – Out now il nuovo album del batterista russo Sasha Mashin https://www.soundcontest.com/happy-run-out-now-il-nuovo-album-del-batterista-russo-sasha-mashin/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=happy-run-out-now-il-nuovo-album-del-batterista-russo-sasha-mashin Wed, 11 Oct 2023 13:53:38 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=62377 Disponibile dal 6 ottobre, “Happy Run” l’album jazz del batterista russo Sasha Mashin edito da Birdbox Records di Lorenzo Vella che vede la partecipazione di due artisti straordinari, il sassofonista Rosario Giuliani e il contrabbassista Makar Novikov. Primo album realizzato in Italia dove, da due anni, Mashin ha scelto di vivere dopo l’inizio della guerra […]

L'articolo Happy Run – Out now il nuovo album del batterista russo Sasha Mashin proviene da Sound Contest.

]]>
Disponibile dal 6 ottobre, “Happy Run” l’album jazz del batterista russo Sasha Mashin edito da Birdbox Records di Lorenzo Vella che vede la partecipazione di due artisti straordinari, il sassofonista Rosario Giuliani e il contrabbassista Makar Novikov.

Primo album realizzato in Italia dove, da due anni, Mashin ha scelto di vivere dopo l’inizio della guerra ucraino-russa.

Viveva a Mosca, Sasha Mashin, dove aveva un posto di primo piano nel fermento culturale e musicale cittadino. Due in particolare erano le attività a cui rivolgeva gran parte del suo tempo: “Sasha Mashin Happy Lab“, un laboratorio dedicato alla musica jazz che si teneva una volta alla settimana nel principale jazz club di Mosca; e il “Sasha Mashin Happy Run” dove ci si incontrava tra amici per correre (10 km) e chiacchierare una volta alla settimana.

L’idea del laboratorio musicale era quella di cancellare la barriera tra il pubblico e il palco, per coniugare comunicazione informale, concerti e scambi di idee; in poco tempo il laboratorio è diventato appuntamento fisso per la buona musica ma anche luogo di incontro di persone creative che hanno condiviso idee e inventato nuovi progetti. Come il laboratorio musicale anche l’appuntamento sportivo amatoriale è diventato attrattivo e molti dei frequentatori erano gli stessi dell’“Happy Lab”: le regole erano semplici, “finché si corre, si puoi imparare tutto quello che si vuole”, e non solo dal creatore di questo appuntamento, Mashin per l’appunto, ma anche da tutti i musicisti e dalle persone coinvolte nella 10 km, tra cui professionisti dei più svariati settori. L’inizio della guerra ha poi cambiato radicalmente gli equilibri non solo a livello internazionale ma anche e soprattutto nella vita delle persone.

Sasha Mashin ha continuato a “correre” non solo metaforicamente. Arrivando in Italia, da rifugiato politico, ha trovato nuovi amici: musicisti eccezionali che hanno saputo accoglierlo come persona e come artista.

Oggi il batterista russo, si sente di poter chiamare Roma la sua “casa” e gli amici ritrovati e quelli nuovi “la sua famiglia”. «Ho la sensazione di aver finalmente finito la mia corsa – racconta Sasha Mashin nelle sue note di copertina – per la prima volta da molto tempo, mi sento sinceramente felice.

Se una volta l’idea dell’emigrazione mi riempiva di terrore esistenziale, in realtà, non mi sembra nemmeno di essermi allontanato da casa. Gli italiani sono così aperti, amichevoli e di supporto che mi sembra di aver completato una maratona e raggiunto il traguardo. Sono a casa».

I brani presenti nell’album “Happy Run” sono firmati dallo stesso Sasha Mashin e dai suoi compagni di viaggio.

“Country of Obscurantism” (Paese dell’Oscurantismo), il titolo di questa composizione, suggerisce che non deve necessariamente essere bella, e questo aiuta l’artista a condividerla con il cuore più leggero. “Prometto che continuerò con i miei tentativi e, forse, un giorno scriverò qualcosa di più bello con un sottofondo più gioioso”.

Nell’album sono presenti la bellissima composizione di Makar Novikov “Yellow Blues”, la magnifica forma in tre parti “Suite et Poursuite” di Rosario Giuliani, la ballata “Darn That Dream” di Jimmy Van Heusen e persino un pezzo da “The Rite of Spring”, del compositore più amato dall’artista, Igor Stravinsky (“Introduction, Les Augures printaniers”), combinato con la composizione “Hey, It’s Me You Are Talkin’ To” di Victor Lewis (musica che l’artista è convinto sia stata ispirata dallo stesso Stravinsky).

Una delle esperienze più belle legate alla corsa – racconta Sasha – è la possibilità di pensare e pianificare durante la corsa. In questi momenti, la chimica del cervello cambia in modo significativo, producendo più serotonina e dopamina, e puoi pensare in modo più chiaro e con precisione. Correndo regolarmente, ho capito una cosa importante: non puoi scappare da te stesso. Ma puoi scappare dall’oscurità, sia dentro che fuori di te. Correre è uno sport intelligente. Corri felice!

“Happy Run” è un album che non parla solo di musica: vuole raccontare una storia. La metafora di una “corsa” che ha permesso all’artista di allontanarsi dal buio di un difficile passato e che lo ha portato fino in Italia verso una nuova vita, verso la sua nuova casa, Roma.

“Happy Run” è il terzo album da leader, ma il primo in assoluto prodotto in Italia. Sasha Mashin vanta partecipazioni in oltre una trentina di album, impegnato sia come sideman sia come ingegnere di registrazione e mixaggio.

L’album “Happy Run” (Birdbox Records, Ottobre 2023) è disponibile in CD e Master Tape e distribuito attualmente in Repubblica Ceca, Estonia, Giappone, Slovacchia, Thailandia e in Italia. In digitale è invece disponibile a livello mondiale da dicembre.

Biografia

Classe 1976, originario di San Pietroburgo, dopo aver iniziato a suonare in diverse formazioni nella sua città natale, Sasha Mashin nel 1998 si trasferisce a Mosca, iniziando a collaborare con alcuni dei migliori esponenti della scena jazzistica russa. Il suo innato talento gli ha valso l’inserimento nel programma didattico statunitense “Open World” e la conseguente possibilità di suonare a New York con vere e proprie leggende del jazz quali Clark Terry, Kenny Barron e Jimmy Heath.

A partire dal 2008, il batterista ha rappresentato un punto di riferimento per quasi tutti i jazzisti USA di passaggio in terra russa. Molti quelli invitati a esibirsi e accompagnati dalla sua band, tra gli altri possiamo citare Benny Golson, Johnny Griffin, Lew Tabackin, Eddy Henderson, James Spaulding, Gary Smulyan, Larry Schneider, Mark Turner, Dhafer Youssef. Sempre dal 2008 ha viaggiato in giro per il mondo con la band di Isfar Sarabski.

La profonda conoscenza della miglior tradizione afroamericana e le collaborazioni con jazzisti suoi connazionali, ha consentito a Mashin di sviluppare idee originali, non limitandosi a riproporre stilemi “rassicuranti” e già collaudati ma cercando sempre nuove fonti di ispirazione, come la stessa musica colta russa.

Sasha Mashin da febbraio 2022 vive in Italia e collabora costantemente con grandi nomi del jazz italiano ed internazionale quali Alex Sipiagin, Rosario Giuliani, Antonio Faraò, Robert Bonisolo, Pietro Tonolo, Paolo Birro, Mauro Negri, Michele Calgaro, Dado Moroni.

Happy Run è il terzo album da leader, ma il primo in assoluto prodotto in Italia. Sasha Mashin vanta partecipazioni in oltre una trentina di album, impegnato sia come sideman sia come ingegnere di registrazione e mixaggio.

Tracklist:

  1. Country of obscurantism (Sasha Mashin) 09:11
  2. Yellow Blues (Makar Novikov) 08:29
  3. Hey it’s spring (Igor Stravinsky) 06:44
  4. Darn that dream (Jimmy Van Heusen) 06:06
  5. Suite et poursuite (Rosario Giuliani) 16:17

 

Credits:

Produced by Sasha Mashin | SMASHIN PRODUCTION

Executive Producer: Lorenzo Vella | BIRDBOX RECORDS

 

Registrato al Saint Louis College of Music (Roma)

Recording/mixing engineer: Sasha Mashin

Mastering engineer: Lorenzo Vella

 

Foto di copertina: Lorenzo Vella | NIGHTINGALE STUDIOS

Foto aggiuntive: Alessio Cesario, Ira Polyarnaya

Grafica: Nerina Fernandez

Line – up: Sasha Mashin: batteria | Rosario Giuliani: sax alto | Makar Novikov: contrabbasso

L’etichetta

Birdbox Records è una giovanissima etichetta discografica fondata nel 2021 da Lorenzo Vella. Si occupa principalmente di jazz e nel suo roster si possono trovare artisti di spessore: i pianisti Luca Mannutza e Francesca Tandoi, i chitarristi Umberto Fiorentino, Claudio Quartarone e Francesco Mascio, i sassofonisti Max Ionata e Paolo Recchia, il batterista Sasha Mashin, solo per citarne alcuni.

La peculiarità delle registrazioni è data dalla scelta degli ambienti, capaci di restituire un suono il più naturale possibile e catturato durante il processo di acquisizione. Due tecniche microfoniche vengono normalmente utilizzate e combinate: la classica multimicrofonica (con microfoni vintage) e la binaurale (che restituisce all’ascoltatore la sensazione di essere parte integrante dell’evento al momento dell’esecuzione).

Birdbox Records crede che ogni tecnologia per la registrazione e la riproduzione audio sia valida. Ecco perché continua a dare vita ad ogni formato di riproduzione musicale – CD, LP, cassette, bobine – compreso il formato digitale. Questa varietà di formati sta suscitando molto interesse soprattutto all’estero, dove Birdbox Records, in poco tempo è riuscita ad interessare distributori in tutto il mondo (Giappone, Cina, Spagna, Germania, USA, Canada, etc.).

L'articolo Happy Run – Out now il nuovo album del batterista russo Sasha Mashin proviene da Sound Contest.

]]>
Studio Illegale, per gli amori e i sogni dei vent’anni non è mai “Troppo Tardi” https://www.soundcontest.com/studio-illegale-per-gli-amori-e-i-sogni-dei-ventanni-non-e-mai-troppo-tardi/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=studio-illegale-per-gli-amori-e-i-sogni-dei-ventanni-non-e-mai-troppo-tardi Mon, 15 May 2023 12:54:10 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=60542 “Troppo Tardi” è il titolo del nuovo album della formazione viterbese Studio Illegale, disponibile da venerdì 14 aprile in tutte le piattaforme digitali pubblicato da La Grande Onda e Redgoldgreen. Gli amori dei vent’anni, sogni e speranze generazionali. Questo e molto altro nel disco della band composta da Matteo Piermartini (voce), Giuseppe Maria Ceccarini (batteria), […]

L'articolo Studio Illegale, per gli amori e i sogni dei vent’anni non è mai “Troppo Tardi” proviene da Sound Contest.

]]>
“Troppo Tardi” è il titolo del nuovo album della formazione viterbese Studio Illegale, disponibile da venerdì 14 aprile in tutte le piattaforme digitali pubblicato da La Grande Onda e Redgoldgreen.

Gli amori dei vent’anni, sogni e speranze generazionali. Questo e molto altro nel disco della band composta da Matteo Piermartini (voce), Giuseppe Maria Ceccarini (batteria), Andrea Romoli (basso), Daniele Gregori (chitarra), Saverio Beccaccioli (trombone e chitarra) e Niccolò Testa (tromba e tastiere).

“Troppo Tardi” è un debut album di svolta, quando la band ha dimesso sonorità frenetiche e chitarre graffianti tra ska e reggae-punk, per abbracciare un indie pop melodico e coinvolgente.

 

 

Cantautorato profondo ma con una vibrazione pop che si riflette nei testi, come negli arrangiamenti presenti nelle nove tracce. Un quadro dipinto con l’aiuto del produttore Emiliano Rubbi al Sonus Factory, perfezionato con Andrea Leuzzi nello studio della storica band italiana Otto Ohm e completato poi con la produzione di Filippo Moreschini.

Conosciuti dai più come “quelli che fanno indie, ma con le trombe”, la band sceglie proprio questa cifra stilistica come marchio della sua produzione musicale. Nella loro visione artistica ci sono persone che sono di passaggio, proprio come la luna e il sole nell’arco della giornata. Ci sono amori che se ne vanno per sempre, con cui hanno condiviso tutto e che ora sono estranei, ma vicini. L’amore dei vent’anni che sfuma in un sogno onirico e che lascia spazio alla malinconia dei ricordi e alla sofferenza della mente. Ma la luna rimarrà sempre luna, come pure il sole rimarrà sempre tale.

L’album è accompagnato dal videoclip della traccia “Maledetta canzone” firmato dal regista Gabriele Rosciglione. Le scene del ritornello sono costruite in maniera che i loro corpi siano lasciati riposare immobili, mentre le strofe vedono la band rianimata tra palloncini e una citazione dei celebri cartelli di “Subterranean Homesick Blues” di Bob Dylan.

 

L'articolo Studio Illegale, per gli amori e i sogni dei vent’anni non è mai “Troppo Tardi” proviene da Sound Contest.

]]>
Il ritorno dei Romandergound è “Palingenesi”, il nuovo album negli store https://www.soundcontest.com/il-ritorno-dei-romandergound-e-palingenesi-il-nuovo-album-negli-store/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=il-ritorno-dei-romandergound-e-palingenesi-il-nuovo-album-negli-store Thu, 20 Apr 2023 09:49:11 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=60293 “Palingenesi” è il titolo del nuovo album della formazione rap capitolina Romanderground, disponibile da venerdì 14 aprile in tutte le piattaforme digitali, pubblicato da Music Against the Walls. A distanza di cinque anni dal loro ultimo album, i Romanderground pubblicano un disco lavorato a dieci mani, se oltre a quelle dei membri del trio, si […]

L'articolo Il ritorno dei Romandergound è “Palingenesi”, il nuovo album negli store proviene da Sound Contest.

]]>
Palingenesi” è il titolo del nuovo album della formazione rap capitolina Romanderground, disponibile da venerdì 14 aprile in tutte le piattaforme digitali, pubblicato da Music Against the Walls. A distanza di cinque anni dal loro ultimo album, i Romanderground pubblicano un disco lavorato a dieci mani, se oltre a quelle dei membri del trio, si sommano quelle di Squarta e Gabbo (Cor Veleno) che hanno curato tutte le produzioni musicali.

Senza troppi giri di parole, “Palingenesi” è a tutti gli effetti un disco motivazionale. 11 tracce che nell’ insieme raccontano di come bisogna lottare per guadagnarsi davvero la propria serenità. “Palingenesi” significa appunto “rinascita“: un percorso esistenziale – e a tratti spirituale – che i Romanderground raccontano con un’importante ricerca di contenuti e citazioni anche attraverso liriche e suoni sempre più potenti e moderni. L’evoluzione rispetto al percorso di questo gruppo è nella scelta delle metriche e nelle produzioni estremamente melodiche di Squarta e Gabbo, ma anche nel modo attraverso il quale vengono esplicitati i contenuti dell’album. Rispetto al precedente “Amor&Odio”, il linguaggio è decisamente più diretto ed indirizzato all’ascoltatore, affinché possa cogliere a pieno la profondità del messaggio. Anche Lo scenario “desolato” da accettare o combattere, realistico e a tratti pessimista del vecchio album, in “Palingenesi” lascia spazio ad un vero e proprio inno alla vita e alla sua bellezza (“La cosa più bella del Mondo”), all’essere umano e alle illimitate potenzialità di quest’ultimo in grado di cambiare volontariamente in meglio la propria condizione. Questo attraverso una profonda ricerca e rivoluzione interiore (“Palingenesi”, “Numeri 1”).

“Palingenesi” è a tutti gli effetti un disco rap, ma questa volta Prisma e Mister T si misurano con produzioni musicali create in studio da zero; sono solo due infatti i campioni utilizzati per la produzione dei tappeti musicali.

Il sound risulta fresco e moderno, le basi spaziano da ritmi aggressivi ed incalzanti (“Last Crew Standing”, “La forma dell’Acqua”, “Haka”, “I sentieri del CAI”) ad atmosfere dolci e melodiche (“Palingenesi”, “Grazie”, “La Cosa più bella del Mondo”).

Ogni suono lascia spazio alle liriche innovative dei due MC, caratterizzate da metriche serrate e flussi decisamente freschi e originali, testi potenti, rime fortemente incisive ed incastri completi e sempre presenti. Sono proprio queste le scelte che rappresentano appunto la rinascita dei Romanderground come gruppo. La voglia di tornare sulla scena con qualcosa di nuovo, una mentalità diversa, più matura e soprattutto con un messaggio potente da dare: l’augurio e l’incitazione alla rinascita per chiunque ascolterà questo disco.

Come per il precedente “Amor&Odio” i featuring sono pochi ma accurati, scelti con logica e criterio per rafforzare il valore artistico di alcune tracce. Ecco quindi che appaiono le strofe e i ritornelli di maestri veri e propri come Danno dei Colle Der Fomento, il veterano Hyst, ma anche quelli di artisti più giovani e promettenti come William Pascal (Do Your Thang) e Beatrice Gatto. Ogni collaborazione rende magicamente perfetto il brano in cui è presente e, inevitabilmente, va ad arricchire il valore artistico dell’album nel suo complesso. La “Palingenesi” dei Romanderground è iniziata.

L'articolo Il ritorno dei Romandergound è “Palingenesi”, il nuovo album negli store proviene da Sound Contest.

]]>
“Revenge”, la vendetta di Akes riparte dal nu metal https://www.soundcontest.com/revenge-la-vendetta-di-akes-riparte-dal-nu-metal/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=revenge-la-vendetta-di-akes-riparte-dal-nu-metal Tue, 07 Feb 2023 15:16:18 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=59386 A un anno da “Anima digitale”, ultimo capitolo della sua discografia, Akes pubblica il nuovo album “Revenge”. L’artista romano mescola nuovamente le carte in tavola, e lasciate alle spalle le sperimentazioni sci-fi, torna con un disco tra rock, elettronica e nu metal. Dieci brani che seguono il filo conduttore del titolo: la vendetta. Rivalsa verso […]

L'articolo “Revenge”, la vendetta di Akes riparte dal nu metal proviene da Sound Contest.

]]>
A un anno da “Anima digitale”, ultimo capitolo della sua discografia, Akes pubblica il nuovo albumRevenge”. L’artista romano mescola nuovamente le carte in tavola, e lasciate alle spalle le sperimentazioni sci-fi, torna con un disco tra rock, elettronica e nu metal.

Dieci brani che seguono il filo conduttore del titolo: la vendetta. Rivalsa verso sé stesso, come spiega nelle tracce “Backdoor”, “30” e “Angelo caduto”, ma anche un attacco contro quelli che reputava essere veri amici come in “Amico mio”. E poi si scaglia contro ex colleghi in “Revenge” ed ex ragazze nel brano “80%”. Non mancano però episodi motivazionali, in particolare nella traccia “Corri”, dove Akes racconta la storia di un adolescente lasciando intendere in qualche modo un contenuto autobiografico. In “Revenge” però c’è spazio anche per la speranza come in “Per sempre”, momento dedicato ad un futuro amore che per lui sarà proprio quello decisivo. Significativo l’episodio crossover “Furia rossa” con Gel (TruceKlan), dove Akes sfoggia forse per l’ultima volta le sue barre da ex rapper, celebrando definitivamente la transizione da urban a nu metal in compagnia di uno dei pionieri di questo genere in Italia. Chiude il disco “Croce sopra” con il feat. della cantante Cristina Lizzul, brano che rappresenta il suo modo di dare un taglio definitivo con i demoni del passato.

Ed è proprio da questo mondo urban che parte la genesi dell’album. La realizzazione è stata finalizzata a Los Angeles assieme al produttore principale del disco Dr. Wesh nel celebre studio di Irko e con la collaborazione dell’ingegnere del suono Stefano Moro (entrambi hanno collaborato con artisti del calibro di Kanye West). Il piano sonoro dell’album è una completa cristallizzazione degli ascolti dell’artista: dal rock di Sum 41 e Skillet, all’alternative di Bring me the Horizon passando per i capiscuola del crossover Linkin Park. Le sonorità scelte per questo disco sono molto più che ibride, provenendo da un processo dove nei precedenti “Revolution” e “Anima digitale”, l’artista aveva iniziato a distaccarsi dalla visione Hip-Hop. Il risultato è un sound sperimentale, ruvido ma melodico, ricco di contenuti e permeato di un immaginario sociale e culturale che si riflette nei suoi testi. Distorsioni sature, ritmiche serrate e insert electro, uniscono i fili di strofe e ritornelli carichi di vitale energia.

Per questo nuovo lavoro, Akes ha scelto poi di pubblicare un videoclip per ogni traccia, creando un vero e proprio video album parallelo a quello sonoro.

“Revenge” spicca per un’atmosfera tetra, la pioggia rossa della titletrack rappresenta il dolore delle esperienze passate. Su “Amico mio” la pioggia è blu scuro, un mare in tempesta, mentre su “Furia rossa” è verde speranza, in “Backdoor” domina il bianco e nero, dove l’aria spenta in sottofondo simboleggia il passato lasciato alle spalle. Scenari gotici per “Croce sopra” ambientato in una spettrale villa a Torino, per “80%” è stata scelta invece una cattedrale a Vicenza, mentre “Angelo caduto” tra le case di un borgo antico nel modenese. “Per sempre” è girato in una foresta, dove le rose nere sparse per la location simboleggiano gli amori perduti. Castelli e chiese abbandonate completano poi le tracce “30” e “Corri”. In tutti i video gli outfit richiamano non solo l’estetica di Matrix, ma includono anche completi più casual contraddistinti da un gusto dark gothic. I visual sono stati affidati tutti alla videomaker Federica di Pasquale, mentre per le comparse femminili si tratta delle Suicide Girls Keshsaz, Elisa Pavanello, Lilly Khorine e Gloria Barbiera.

L'articolo “Revenge”, la vendetta di Akes riparte dal nu metal proviene da Sound Contest.

]]>
“Imaginary place” Il nuovo album di Paolo Recchia https://www.soundcontest.com/imaginary-place-il-nuovo-album-di-paolo-recchia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=imaginary-place-il-nuovo-album-di-paolo-recchia Fri, 04 Nov 2022 09:28:11 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=58330 Il 4 novembre esce “Imaginary place” il nuovo album di Paolo Recchia, sassofonista jazz (alto e soprano) di grande sensibilità, dal timbro caldo e in grado di emozionare già al primo ascolto. La continua ricerca del suono, di una propria voce timbrica quale segno distintivo, ha raggiunto in questo nuovo prodotto discografico ancora più spessore […]

L'articolo “Imaginary place” Il nuovo album di Paolo Recchia proviene da Sound Contest.

]]>
Il 4 novembre esce “Imaginary place” il nuovo album di Paolo Recchia, sassofonista jazz (alto e soprano) di grande sensibilità, dal timbro caldo e in grado di emozionare già al primo ascolto. La continua ricerca del suono, di una propria voce timbrica quale segno distintivo, ha raggiunto in questo nuovo prodotto discografico ancora più spessore e maturità artistica. Paolo Recchia, per la quinta uscita discografica a suo nome, firmata dalla neonata etichetta Birdbox Records, si presenta con un quartetto composto da musicisti superlativi ormai riconosciuti dalla stampa e dal pubblico del jazz: il pianista Luca Mannutza, il contrabbassista Giuseppe Romagnoli e il batterista Nicola Angelucci. Registrato a Città della Pieve, nel teatro degli Avvalloranti, grazie alla collaborazione con Nightingale Studios di Lorenzo Vella e Città della Pieve Promotion.

“Imaginary place” accoglie l’ascoltatore in un luogo immaginario, uno spazio fantasioso dove le idee musicali dei membri della band, si intrecciano e creano un nuovo terreno comune, unendo la tradizione jazz con elementi contemporanei in una sintesi personale. Album generoso realizzato da musicisti legati da una sincera amicizia e uniti da una profonda intesa musicale, maturata nel tempo, concerto dopo concerto. Registrato in presa diretta, in teatro sfruttando il riverbero naturale, con microfoni “vintage” per ottenere un suono di insieme il più possibile naturale e rotondo.

Il lavoro è composto da materiale originale, da standard della tradizione jazzistica e brani di autori contemporanei. Alcune di queste composizioni appartengono a musicisti che hanno avuto un’influenza diretta sul modo di suonare di Paolo Recchia e sono fonte di ispirazione sotto il profilo armonico, melodico e ritmico.

Il contraltista Paolo Recchia è uno degli artisti jazz più apprezzati della scena italiana. Negli anni ha dimostrato una crescita professionale costante che gli ha portato riconoscimenti nazionali ed internazionali. La ricerca del suo “suono”, di una propria voce timbrica quale segno distintivo, è ad oggi riconoscibile. Lirismo, swing e timbro caldo, sono le caratteristiche fondamentali di questo artista dalla grande sensibilità musicale.

Paolo Recchia si è esibito come leader, guest e sideman in Festival e Jazz Club della scena italiana e negli Stati Uniti d’America, Cina, Francia, Romania, Germania, Inghilterra, Olanda, Serbia, Svizzera, Turchia, Russia insieme a Dado Moroni, Joel Frahm, Alex Sipiagin, Luca Mannutza, Andy Gravish, Roy Hargrove, Jeremy Pelt, Rick Margitza, Stephane Belmondo, Flavio Boltro, Fabrizio Bosso, Peter Bernstein, David Kikoski, Mark Sherman, Sam Yahel, Johannes Weidenmueller, Marco Panascia, Andrea Pozza, Claudio Filippini, Pat Bianchi, Frank Avitabile, Michel Rosciglione, Alain Jean-Marie, Aldo Bassi, Roberto Gatto,  Pietro Tonolo, Giovanni Tommaso, Lorenzo Tucci, Sam Yahel, Johannes Weidenmueller, Kengo Nakamura e molti altri.

Track List

  1. Work (Thelonious Monk) 7:27
  2. Fear of Roaming (Seamus Blake) 08:08
  3. Too Marvelous for Words (Richard Whiting) 05:58
  4. Wee (Denzil Best) 07:26
  5. Emmanina (Paolo Recchia) 07:25
  6. Zhivago (Kurt Rosenwinkel) 08:22
  7. All Rise (Ben Van Gelder) 06:39
  8. Esc (Luca Mannutza) 08:59

Line Up

Paolo Recchia: sax alto
Luca Mannutza: pianoforte
Giuseppe Romagnoli: contrabbasso
Nicola Angelucci: batteria

Credits:

Recorded at Teatro degli Avvaloranti, Città della Pieve (PG)

September 7-8th 2020

Recording Engineer: Matteo Spinazzè Savaris

Mixing Engineer: Lorenzo Vella

Mastering Engineer: Bob Katz
Artwork: Nerina Fernandez
Backstage photography: Nightingale Studios, Palombara Sabina (RM)

 

Discografia:

  • “Introducing Paolo Recchia featuring Dado Moroni” (Via Veneto Jazz distribuzione EMI MUSIC, 2008);
  • “Ari’s Desire” (2011);
  • “Three for Getz” (Albòre Jazz, 2013);
  • “Peace Hotel” (Albòre Jazz, 2015);
  • “Imaginary place (Birdbox Records, 2022)

Contatti:

Info per radio, stampa e TV: segreteria@top1communication.eu

Stefania Schintu: +39 347 0082416

 

Album acquistabile direttamente dallo shop della label

Sito web Label: Birdbox Records

Pagina artista/Label: Paolo Recchia – Birdbox Records

Shop cd  Imaginary place: Imaginary place – cd

Shop Master Tape Imaginary place: Imaginary place – Master Tape

Shop Video concerto Imaginary place: Imaginary place – video recording

Youtube Birdbox Records

L'articolo “Imaginary place” Il nuovo album di Paolo Recchia proviene da Sound Contest.

]]>
FOLKATOMIK “Polaris” è l’album d’esordio di un nuovo progetto che affonda le radici nella musica tradizionale del sud Italia e attraverso i suoni del mondo e dell’elettronica https://www.soundcontest.com/folkatomik-polaris-e-lalbum-desordio-di-un-nuovo-progetto-che-affonda-le-radici-nella-musica-tradizionale-del-sud-italia-e-attraverso-i-suoni-del-mondo-e-dell/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=folkatomik-polaris-e-lalbum-desordio-di-un-nuovo-progetto-che-affonda-le-radici-nella-musica-tradizionale-del-sud-italia-e-attraverso-i-suoni-del-mondo-e-dell Wed, 27 Jul 2022 16:58:36 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=56832 Il titolo del disco, Polaris, prende il nome dal brano inedito: la stella polare, guida per i naviganti, una luce che fissa la rotta, ma che muta durante il viaggio portando con sé un bagaglio di suoni ed esperienze . Release album 24 giugno   Formatasi lo scorso 2019, la band torinese parte dall’esperienza maturata […]

L'articolo FOLKATOMIK “Polaris” è l’album d’esordio di un nuovo progetto che affonda le radici nella musica tradizionale del sud Italia e attraverso i suoni del mondo e dell’elettronica proviene da Sound Contest.

]]>
Il titolo del disco, Polaris, prende il nome dal brano inedito: la stella polare, guida per i naviganti, una luce che fissa la rotta, ma che muta durante il viaggio portando con sé un bagaglio di suoni ed esperienze .

Release album 24 giugno

 

Formatasi lo scorso 2019, la band torinese parte dall’esperienza maturata nel mondo della riproposta delle musiche tradizionali da parte di Franco Montanaro, Oreste Forestieri e Valeria Quarta, e dall’incontro con il chitarrista e producer di musica elettronica Li Bassi

Nella sintesi delle esperienze e delle storie che ognuno portava con sé, nasce subito un sound unico e riconoscibile, riconducibile alla commistione fra la musica tradizionale del sud e avantgarde elettronica. 

I suoni evocativi e arcaici degli strumenti tradizionali, le cadenze ossessive e catartiche delle ritmiche coreutiche, unite ai colori e alla profondità dei suoni elettronici, creano un linguaggio fresco e contemporaneo, ma con forti e robuste radici. Gli strumenti acustici usati nei brani e che interagiscono con l’elettronica, sono strumenti tradizionali del Sud Italia e del mondo: tamburi a cornice, tamburelli, percussioni arabe, latine e africane. Chitarre portoghesi, très cubano, charango, bouzouki greco e mandolino. Flauti arabi, turchi, irlandesi e andini, friscaletti siciliani e flauti armonici, marranzani e percussioni minori.

Le sonorità partono dal Sud Italia per arrivare ad abbracciare un Mediterraneo più grande e al quale il Sud culturalmente appartiene. Folkatomik gioca con diversi linguaggi musicali ispirandosi a luoghi, popoli, vicende e persone di tutto il mondo per creare un meticciato musicale figlio del meticciato culturale di Torino, città natale della band.

L’intento è quello di dialogare attraverso il linguaggio universale della musica popolare, far conoscere a un più ampio pubblico la bellezza dei dialetti e delle sonorità del sud e promuovere le diversità facendole convivere sotto il tetto della musica da festa e da ballo, musiche che da sempre uniscono popoli e generazioni.

Polaris, il titolo del primo album dei Folkatomik,  è la Stella Polare, la stella più luminosa e più vicina al Polo Nord celeste, la stella che indica uno dei due punti di rotazione terrestre. 

Per i Folkatomik, Polaris è dunque una guida, una luce che fissa la rotta della partenza e che sarà in continuo mutamento.

 

TRACK BY TRACK 

 

Polaris, prima traccia e inedito del disco, è un’invocazione che parte da una barca alla deriva in mare aperto. La preghiera di un naufrago alla stella perché gli indichi la rotta per tornare a casa o potersi perdere in un infinito ancora sconosciuto.

La chiave ritmica usata per la costruzione del brano è quella della Pizzica Pizzica, ritmo terzinato e ossessivo, mentre il dialetto usato per il testo è un calabrese arcaico. 

 

Oltre a Polaris che dà il nome al disco, il lavoro discografico si compone di altri sette brani presi in prestito dall’immenso patrimonio immateriale del meridione d’Italia.

 

Sono presenti tre Pizziche a rappresentare la Puglia: Quant’ave, pizzica della terra d’Otranto rivisitata in chiave electro-latin; Pizzica di Torchiarolo, proveniente dal Salento, ma questa volta appunto da Torchiarolo, paese situato tra Lecce e Brindisi; Pizzica di San Vito, il personale omaggio alla Pizzica rappresentativa  di San Vito dei Normanni (paese dalla forte vocazione mandolinistica) da parte dei musicisti, legando le due versioni più conosciute, quella in minore e quella in maggiore. 

 

Continua con la tarantella calabrese, una delle più emblematiche e conosciute: Lu Tirullalleru, cantata e diffusa prevalentemente sul territorio Cosentino, dove è stato usato un testo molto particolare che racconta le vicende di due sventurati amici. I due si chiedono aiuto a vicenda con una serie di divertenti battute, ma per ovvie vicissitudini non potranno aiutarsi; di conseguenza ognuno sarà abbandonato al proprio destino da parte dell’altro. La parte strumentale è caratterizzata dal bouzouki greco e riporta a sonorità rebetiche che ricordano i disperati  della catastrofe dell’Asia Minore.

 

L’altro brano calabrese è una ballata musicata in chiave tango nuevo, si tratta di Tira la Pinna, alle parole di questo brano viene attribuita la paternità di Domenico Strafaci. Il capobrigante Strafaci, detto “Palma”, nacque a Longobucco provincia di Cosenza nel 1831, non era analfabeta e si dilettava a comporre brevi poesie popolari che firmava con l’appellativo di “Re di la Montagna”. Sfidava possidenti e ‘galantuomini’ con questo canto: “Tira, nimicu miu, tira la pinna…”   

 

La Tammurriata e Lu traìnu sono due canti dei carrettieri, il primo campano e il secondo siciliano. La prima è caratterizzata da un canto a fronna iniziale (cantato un tempo dai carrettieri) che poi evolve in una tammurriata elettronica. Lu traìnu invece, canto dei carrettieri siciliani, strizza l’occhio al mondo balkan. Al sud Italia carrettieri e allevatori di cavalli erano spesso di origine rom, minoranza ancora oggi presente, e con questo arrangiamento i Folkatomik hanno voluto omaggiare quelle culture che sono ormai integrate da secoli al Sud Italia, ma ciò nonostante riescono a mantenere salde le proprie radici e la propria identità regalando diversità e bellezza.

 

Il disco d’esordio dei Folkatomik è sostenuto nell’ambito del progetto “Programmazione Puglia Sounds Record 2022”. L’etichetta italysona continua con questo progetto la sua opera di valorizzazione della world music identitaria italiana con uno sguardo al futuro e alle contaminazioni.

 

Etichetta: italysona

Release album: 24 giugno 2022

 

SOCIAL

FACEBOOK https://www.facebook.com/FolkatomikPage

INSTAGRAM https://www.instagram.com/folkatomika/?hl=it

Contatti etichetta www.italysona.com info@italysona.com 

 

BIO

 

Valeria Quarta – Voice, percussion & little percussion

Inizia giovanissima il suo percorso di studi passando, dal canto lirico presso l’Istituto d’Arte e studio di Chieri (To) al canto jazz presso il centro di formazione musicale di Torino fino ad arrivare al canto moderno con la vocal-coach americana Cheryl Porter. Si dedica all’approfondimento della musica popolare, in particolare delle musiche tradizionali del Sud Italia. Si specializza altresì nello studio di svariati strumenti a percussione come Cajon, Djembe  e percussioni a cornice e minori della tradizione del Sud Italia. Si sperimenta e matura professionalità e competenze in ambiti molto diversi: dal rock al blues, al reggae, ai generi del Sud America. Al momento lavora da anni come cantante autrice del progetto “Valeria Quarta” ed è cantante percussionista del trio “Le tre sorelle”, progetto musicale che ha l’obiettivo di far conoscere e valorizzare le vocalità femminili del Sud Italia.

 

Li Bassi – Guitars & Mechanics

Chitarrista e producer, si è esibito dividendo il palco con moltissimi artisti come Steve Winwood, Whitney Houston, Eugenio Finardi, Max Gazzè, Bandabardò e tanti altri. Come autore musicista ha firmato per Emi, Warner Chappell, Universal, Diy, RaiTrade e molte altre etichette. Ha pubblicato il suo disco d’autore “Il lato giusto” nel 2015, vincendo il premio Carisch “Stefano Rosso”. Lavora stabilmente con la compagnia “Assemblea Teatro” dove ha portato in scena testi di e con Renzo Sicco e Luis Sepùlveda. 

È autore per la casa di produzione Banijay per Rai, Mediaset, La7, Sky.

 

Franco MontanaroVoice & South Italy tambourine & Ancestral rattles

Tamburellista e cantante di musica folk del Sud Italia. Suona tamburi a calice e a cornice del Mediterraneo.

Si è esibito in due edizioni della Notte della Taranta con i “Cantori di Villa Castelli”. 

A Torino ha fondato il gruppo “Collettivo Musicale In.con.tra.da” con cui ha fatto diversi tour in Sardegna, Marocco, Francia, Svizzera e Italia.

È stato per otto anni co-organizzatore del Festival delle Province con il Teatro delle Forme di Torino esibendosi in svariate regioni d’Italia, Francia e Marocco.

Ha suonato con l’Ensemble di Percussioni del maestro Tarek Hawad Alla, esibendosi in molteplici festival di Danza Orientale in tutta la penisola.

 

Oreste ForestieriPlectrum & Mediterranean wind instrument 

Polistrumentista, suona flauti e strumenti ad ancia, tamburi a cornice e strumenti a plettro del Mediterraneo.

Con diversi ensemble e orchestre ha accompagnato artisti come Otello Profazio, Tonino Carotone, Raiz, Mariano Caiano, Fabio Curto ed altri.

Ha suonato con diverse formazioni in importanti rassegne e Festival di World Music in Italia, Germania, Inghilterra, Francia, Belgio, Turchia, Grecia, Romania, Marocco, Argentina e Brasile.

Ha pubblicato come autore il suo primo disco nel 2006 “Taranta Muffin – U passatu è turnatu” e ha registrato i suoi strumenti per un consistente numero di produzioni.

Ha lavorato con diverse compagnie teatrali come musicista in scena e musicista attore per spettacoli di Commedia dell’arte, Teatro di narrazione e Varietà.

 

fonte: www.laltoparlante.it

L'articolo FOLKATOMIK “Polaris” è l’album d’esordio di un nuovo progetto che affonda le radici nella musica tradizionale del sud Italia e attraverso i suoni del mondo e dell’elettronica proviene da Sound Contest.

]]>
PUPI DI SURFARO “Animal Farm” è il nuovo disco della band siciliana ispirato all’opera di George Orwell e dedicato a Pier Paolo Pasolini nel centenario della sua nascita https://www.soundcontest.com/pupi-di-surfaro-animal-farm-e-il-nuovo-disco-della-band-siciliana-ispirato-allopera-di-george-orwell-e-dedicato-a-pier-paolo-pasolini-nel-centenario-della-sua-nascita/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=pupi-di-surfaro-animal-farm-e-il-nuovo-disco-della-band-siciliana-ispirato-allopera-di-george-orwell-e-dedicato-a-pier-paolo-pasolini-nel-centenario-della-sua-nascita Wed, 22 Jun 2022 11:46:41 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=56200 Per la neonata etichetta It-Folk, esce questo album concettuale, sulla rivoluzione, le false libertà e le nuove schiavitù, sempre nel tipico stile dirompente del trio siciliano. “Animal Farm” arriva dopo cinque anni dal fortunato “Nemo Profeta”, il disco che ha aperto la strada al Nu Kombat Folk. È un album concettuale, ispirato alla letteratura distopica […]

L'articolo PUPI DI SURFARO “Animal Farm” è il nuovo disco della band siciliana ispirato all’opera di George Orwell e dedicato a Pier Paolo Pasolini nel centenario della sua nascita proviene da Sound Contest.

]]>
Per la neonata etichetta It-Folk, esce questo album concettuale, sulla rivoluzione, le false libertà e le nuove schiavitù, sempre nel tipico stile dirompente del trio siciliano.

“Animal Farm” arriva dopo cinque anni dal fortunato “Nemo Profeta”, il disco che ha aperto la strada al Nu Kombat Folk. È un album concettuale, ispirato alla letteratura distopica del ‘900 europeo ed è dedicato al genio di Pier Paolo Pasolini, nell’anno del 100° anniversario della sua nascita. Come nel romanzo omonimo di George Orwell, nel disco la figura del maiale, l’animale geneticamente più vicino all’uomo, attraverso una lunga serie di ribellioni e rivoluzioni, conquiste politiche, sociali ed evolutive, piccole e grandi, riesce ad emanciparsi dalla sua condizione di bestia sottomessa, soggiogata e schiava del potere. Ispirato da principi di uguaglianza e solidarietà, finisce poi per tradire i suoi fedeli compagni e la sua stessa causa. È un album concettuale che racconta la nostra società, in un periodo storico in cui il sistema capitalista e imperialista si rivela in tutta la sua mostruosità e spietata aberrazione. L’illusione borghese tradita dai suoi stessi assurdi presupposti. Le grandi verità monolitiche si rivelano gigantesche menzogne.

Ogni rivoluzione, lotta sociale e conquista ci ha fatto approdare ad una sempre più assurda e sofisticata condizione di finta libertà e nuova schiavitù. Un deserto, una gabbia senza sbarre da poter infrangere e tanto sconfinata da non poter sfuggire.

I Pupi di Surfaro è un progetto vivo, in continua evoluzione, una sperimentazione continua e sempre aperta, un laboratorio di idee e suoni. Un progetto con una identità forte, ma non fissa. Nasce dalla necessità di scoprire il folk, le radici. Si evolve nella consapevolezza, l’esigenza di trovare uno stile comunicativo contemporaneo, originale, innovativo. È un progetto radicato nel passato, che vive nel presente, proiettato nel futuro. Fugge dagli stereotipi del folk, legato all’utilizzo di suoni e strumenti musicali anacronistici, museali. Ma della musica popolare vuole mantenere vivo lo spirito, l’intenzione, l’ironia, la rabbia, i temi sociali e politici, lo sguardo sui fenomeni storici, attuali e del passato, visti da vicino, dal basso, dal “sud”. Una parola prorompente, poetica e diretta. Concreta e dissacrante. Un suono forte, potente, trascinante.

 

 

TRACK BY TRACK

 

POVERA PATRIA – Cover del brano del grande Franco Battiato. Siciliano, visionario e sperimentatore per eccellenza.

TOTALITARISM – È un canone psichedelico. Non c’è via di scampo. Siamo schiavi della nostra cultura dominante. Il nostro modello di libertà fa parte del pacchetto completo in dotazione al momento della consegna della nostra gabbia.

PARRU CU TIA – Un testo del grande poeta siciliano Ignazio Buttitta, che recita “to è la curpa!”. Se vivi miseramente, chino e schiavo del potere, è solo colpa tua. Purtroppo, ancora attualissimo.

HOBESUS – È ispirato a L’obeso di Giorgio Gaber. Descrive la società capitalista che mangia e divora tutto e tutti. Non è mai sazia e diventa sempre più grande, enorme, fino ad esplodere.

PIG THE ENEMY! – È un inno, un insulto e un’imprecazione. Riprende direttamente il romanzo Animal farm di Orwell. È un incitamento alla ribellione, alla rivoluzione… And fuck the capitalism!

AMAMI IN SOGNO – Una ballata. Una storia di un amore malato e perverso. Un maiale ama follemente una creatura piccola e delicata. Attratto fisicamente è spinto dal suo istinto bestiale. Ha paura di avvicinarsi a lei. Ha paura di amarla. Vuole fermarsi un attimo prima di toccarla, per paura di farle del male.

MALAMERIKA – È ispirato a Sicilia armata, il libro-inchiesta di Antonio Mazzeo. È dedicato alla lotta contro la militarizzazione della Sicilia. Contro il MUOS e le basi militari americane e filo-americane nell’isola.

CARA LIBERTÀ – Introdotta da un estratto del discorso sulla Costituzione del 1955 di Piero Calamandrei. È un inno alla Costituzione italiana. Dedicata a tutte le vittime e le vite sacrificate nella lotta contro la follia della guerra e alla conquista della libertà.

QUANNU LU PORCU… – Chiude il disco e percorre le tappe evolutive che “l’animale” ha percorso, dall’alba dei tempi, per giungere alla condizione di “libero e pensante”. Da uno stato di totale immersione ed armonia con la natura, ad una presunta capacità di potere e di controllo. L’animale selvaggio conquista, tappa dopo tappa, la sua posizione di schiavo, seduto comodamente nella sua lussuosa gabbia super-tecnologica.

It – Folk è un coordinamento folk di artisti, operatori e festival che da oggi diventa anche l’etichetta che vuole raccogliere il grande folk italiano, storico e giovane insieme. Nasce dopo il successo di una serie di eventi ed iniziative tra cui il festival Folkstock svoltosi l’anno scorso con grandissima partecipazione, grazie al lavoro di Enrico Capuano, Giuseppe Marasco, Claudia Barcellona e Giordano Sangiorgi, di artisti, dopo varie manifestazioni folk e in vista del prossimo Premio Folk & World a cura di Antonio Melegari che vede insieme diversi festival e tanto altro, per un movimento che valorizzi il folk & world italiano in ambito nazionale e internazionale. Dopo questa prima uscita, sostenuta da Materiali Musicali, Italy Sona, Musica Lavica Records, Comar 23, Caligola Edizioni, Terapia Artistica Intensiva con la collaborazione di Anagrumba, Materiali Sonori, Blonde Records e Sud Ethnic, si lavorerà ad altre pubblicazioni. 

 

Etichetta: It – Folk

Release album: 1 maggio 2022

 

CONTATTI E SOCIAL

Sito www.pupidisurfaro.com 

Facebook https://www.facebook.com/pupidisurfaroofficial/?fref=ts

Instagram https://www.instagram.com/pupidisurfaro/

 

It-folk https://www.facebook.com/groups/1070764059746698

Tamurriata Rock Radio https://www.facebook.com/groups/tammurriatarockradio

 

BIO

I Pupi di Surfaro nascono circa un decennio fa. Il progetto originario è quello di riscoprire la musica popolare siciliana e del sud Italia, ma, da subito, con un’impronta spiccatamente innovativa. L’impegno sociale e politico è sempre stato imprescindibile nel percorso artistico della band. La sperimentazione, la chiave del progetto.

Esordiscono nel 2010 all’XI Festival della Nuova Canzone Siciliana. Vengono subito apprezzati dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Aprono molti concerti dei Modena City Ramblers in tutta Italia. Suonano sui palchi del Taranta SicilyFest, Forum Antimafia a Cinisi, Maggio Sermonetano, BasulaFest, Carovana Antimafia, MedFest, Festival dello Scorpione a Taranto, Milano Expo, Milano Ex Polis, Folkest, Mare e miniere, European Jazz Expò, Negro Festival, All you need is pop di Radio Popolare, Auditorium del Parco della Musica di Roma. Viaggiando per l’Italia, riscuotono un crescente consenso. Nel 2013 e nel 2017 sono semifinalisti a “Musicultura”. Con “Cantu d’amuri” vincono Il premio “Musica contro le Mafie”. Nel giugno 2016 producono, con Aldo Giordano, il nuovo singolo “Li me’ paroli”, col quale hanno vinto l’importantissimo premio internazionale “Andrea Parodi”. Sono stati finalisti al “Premio Fabrizio De Andrè”. Nel 2017, col disco “Nemo Profeta” sono finalisti alle Targhe Tenco. Nel 2018 vincono il “Premio Voci per la libertà” di Amnesty.

 

Fonte: www.laltoparlante.it

L'articolo PUPI DI SURFARO “Animal Farm” è il nuovo disco della band siciliana ispirato all’opera di George Orwell e dedicato a Pier Paolo Pasolini nel centenario della sua nascita proviene da Sound Contest.

]]>
MASUA “Occhi chiusi” è il nuovo album del progetto solista dell’artista milanese https://www.soundcontest.com/masua-occhi-chiusi-e-il-nuovo-album-del-progetto-solista-dellartista-milanese/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=masua-occhi-chiusi-e-il-nuovo-album-del-progetto-solista-dellartista-milanese Tue, 17 May 2022 15:14:48 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=55400 Otto tracce di rock, tra synth e chitarre che raccontano storie di vita, d’amore e pensieri nostalgici. Release album 13 maggio   “Occhi chiusi” è un album rock: chitarre e synth per 8 pezzi energici e moderni. La voce di Masua ci accompagna nei suoi racconti ora riflessivi, poi nostalgici, a volte quasi urlati e […]

L'articolo MASUA “Occhi chiusi” è il nuovo album del progetto solista dell’artista milanese proviene da Sound Contest.

]]>
Otto tracce di rock, tra synth e chitarre che raccontano storie di vita, d’amore e pensieri nostalgici.

Release album 13 maggio

 

“Occhi chiusi” è un album rock: chitarre e synth per 8 pezzi energici e moderni. La voce di Masua ci accompagna nei suoi racconti ora riflessivi, poi nostalgici, a volte quasi urlati e disperati. In alcuni brani c’è spazio per l’arpeggio, nella maggior parte i riff sono quelli di un alternative-rock che si ispira sicuramente alle migliori band americane di oggi. 

“Occhi chiusi” è anche la title track del disco, l’unica in cui viene usato l’effetto sulla voce con l’auto-tune.

Le citazioni da John Fante a Freddie Hubbard e Gian Maria Volontè ci fanno conoscere un po’ meglio Masua, le sue influenze e i suoi gusti. 

 

Track by track 

 

  1. PLASTICO è l’unico brano del disco nato dal pianoforte. Un brano scritto con il forte desiderio di cambiare, adeguarsi alle situazioni, “le stagioni” come canta nel brano l’artista. Il mondo non si può forse cambiare, ma possiamo cambiare e migliorare noi. 

 

  1. FANTASMI, forse il brano più tirato del disco e tra i più lunghi. Anche qui emerge una certa voglia di cambiare, risorgere, vincere. Le batterie spingono sul pedale, le note di basso, synth e chitarra sono cupe, così come la voce, ma l’apertura del ritornello e soprattutto nello special portano l’ascoltatore a gustare di un’energia che avanza fiera e piena di speranza grazie anche ai salti di ottava che muovono la melodia.

 

  1. IL TUO CUORE BATTE LENTO è una rock-ballad. Si inizia con un arpeggio senza drumming che poi apre ad una cadenza un po’ doom. Un brano scritto su un treno vuoto che portava a Genova. Registrata in uno stato fisico di salute davvero pessimo dall’artista che però racconta che “era giusto così, era il momento giusto”.

 

  1. GIORNI UGUALI è una canzone d’amore, o meglio, il ricordo di una storia d’amore. Viene raccontata con una matrice musicale che parte da un post-grunge californiano per fondersi con melodie caratteristiche della musica italiana. La cassa dritta porta all’ingresso chitarre e synthesizer, la voce si esprime con calda nostalgia mentre il rock sostiene con groove le strofe che portano a un ritornello aperto. Partita con una semplice e un po’ malinconica chitarra acustica, si trasforma con l’elettrica in un pezzo travolgente. 

 

  1. OCCHI CHIUSI, la canzone che dà il titolo al disco è la prima scritta nel nuovo corso musicale dell’artista. Il brano forse a cui è più attaccato, scritto dopo aver conosciuto una persona importante che è ancora nella sua vita e a cui è dedicata. 

 

  1. SONO QUI rappresenta il brano un po’ più ricercato, con un ritornello che è di fatto solo alla fine nel suo loop di sensazioni.

 

  1. CHIEDI ALLA POLVERE. Il brano più lungo del disco, scritto in più tranche nelle notti dell’artista. Un pezzo omogeneo nelle sonorità al resto dei brani, ma forse più punk, quel punk new-wave che negli anni 80 ha trovato radici anche in Italia.

 

  1. CONFINI è il pezzo più vecchio: scritto nel 2019 prima dell’esplosione del covid, nasce aspettando un bus guardando l’Oceano in Portogallo. Il brano attacca chiaramente una certa politica che usa la questione  dei migranti per avere sèguito e appoggio. La ritmica di chitarra si distingue rispetto agli altri brani.

Autopoduzione

Release album: 13 maggio 2022

 

Contatti e social

Spotify: https://spoti.fi/3KXGtuJ

Facebook: https://www.facebook.com/masuamusic 

Instagram: https://www.instagram.com/masua_music/

Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=3V96I-nepao

 

BIO

Claudio Passiu, vero nome di Masua, è un artista della provincia di Milano. 

Studia la batteria fin da giovanissimo che lo porta ad apprezzare il funk e il jazz, i quali cambieranno molto il suo approccio anche nel suonare rock. Suona in maniera non costante in diverse band, finché decide di scrivere pezzi propri.  Nasce così il suo progetto personale, all’epoca chiamato Passiu Project Supertrio, dove, insieme a Davide Gangemi alla chitarra e Alberto Zucchelli al basso, registra e pubblica in modo indipendente il singolo “Dentro me” e a luglio 2018 esce anche il disco. 

Successivamente Claudio inizia a prendere lezioni di canto e scrive in poco tempo molti  brani grazie all’utilizzo della chitarra che sostituisce completamente al piano. Scopre una vera e propria nuova attitudine ed insieme alla sua nuova band lavora per quasi due anni a diversi pezzi. Cambia anche il nome del trio in MASUA (una zona del sud-ovest Sardegna) e  pubblica nuovamente il singolo “Dentro me” che farà parte di un Ep “Rumore dei sogni” registrato interamente al Frequenze Studio di Monza. 

Dopodiché la band si scioglie e MASUA non è più il nome di un gruppo, ma diventa il progetto solista di Claudio, il cui primo disco è “Occhi chiusi”, uscito a maggio 2022.

 

fonte: www.laltoparlante.it

L'articolo MASUA “Occhi chiusi” è il nuovo album del progetto solista dell’artista milanese proviene da Sound Contest.

]]>
BRANDO “Selfmade” è il primo album di inediti del rapper emiliano https://www.soundcontest.com/brando-selfmade-e-il-primo-album-di-inediti-del-rapper-emiliano/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=brando-selfmade-e-il-primo-album-di-inediti-del-rapper-emiliano Sun, 08 May 2022 16:47:06 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=55210 Ogni traccia è come una tessera del puzzle che va a completare il percorso “selfmade” dell’artista. Release album 6 maggio    Per scrivere l’intero progetto ci è voluto un anno. Il disco si può dividere in due parti: la prima è stata scritta quasi un anno fa, mentre la seconda è la più recente, scritta […]

L'articolo BRANDO “Selfmade” è il primo album di inediti del rapper emiliano proviene da Sound Contest.

]]>
Ogni traccia è come una tessera del puzzle che va a completare il percorso “selfmade” dell’artista.

Release album 6 maggio 

 

Per scrivere l’intero progetto ci è voluto un anno. Il disco si può dividere in due parti: la prima è stata scritta quasi un anno fa, mentre la seconda è la più recente, scritta tutta negli ultimi 6 mesi.

 

«SELFMADE è il mio primo album inedito da solista, mi sono occupato di ogni singolo dettaglio da solo e sono molto fiero del risultato, questo progetto va ad incoronare i miei 10 anni di carriera nel mondo del rap, da artista indipendente, e penso che sia un prodotto valido.» Brando

 

Il titolo vuole sottolineare il fatto che Brando ha fatto tutto da solo, senza una major, senza un produttore al suo fianco, senza sponsor, ma solamente con il proprio lavoro, talento e investimenti.

 

La tracklist è un vero e proprio viaggio che segue uno schema ben preciso: ogni titolo e ogni traccia è legata a quella successiva.

 

TRACK BY TRACK

 

Così – Pezzo nato “così” appunto, improvviso e spontaneo, dove Brando si descrive e si  autocelebra.

 

Primi – Qui Brando parla di sé e Moris, il suo socio, amico fraterno con cui ha iniziato a fare rime e rap, prima della moda odierna. Il flow e lo stile di questo brano è molto americano.

 

Ad ogni costo – Questa canzone è stata scritta quasi a metà dell’album ed ha incentivato l’artista a portare a termine il progetto intero.. Ad ogni costo bisogna farcela, contro le avversità o i nemici.

 

Maria – Maria è amore, è passione che arde , è l’arte. È l’amata di Brando, rappresenta la musica e la sua musa, la sua medicina e la sua droga.

 

Callejon – Questa canzone è stata scritta insieme al suo amico Baby Demon, fortissimo rapper domenicano, dove si parla di esperienze di vita vera, due realtà che si incontrano, attraverso il rap italiano e quello spagnolo. 

 

Guai – È uno dei primi testi che ha scritto tra tutte le canzoni dell’album. Durante gli ultimi due anni sono cambiate tante cose, situazioni, relazioni, è per questo che Brando ha deciso di fare un brano malinconico per descrivere quei momenti bui in cui tutto sembra crollare intorno a te e cerchi solo di salvarti.

 

Ruota libera – Una delle canzoni preferite dell’artista perché contiene la vera scintilla del rap, rime serrate e punchline, con una base ipnotica.

 

Bang – Questo è il classico Banger, suono rimbalzante e piacevole, ritornello semplice e orecchiabile, le strofe sono cattive e fitte.

 

Selfmade – Il brano cuore dell’album. L’ultima canzone che ha scritto, ma anche quella ad aiutarlo a dare il titolo al progetto. Qui Brando racconta  le difficoltà che bisogna affrontare quando non si ha nessuno dalla propria parte, quando parti svantaggiato, quando lo sforzo non viene riconosciuto e il talento non conta. È la realtà italiana musicale in cui ritiene di trovarsi: selfmade é chi si realizza da solo contro tutti e tutto.

 

Freestyle – Questa traccia è un freestyle scritto in pochissimi minuti.

 

Sincero – La base ha qualcosa di molto particolare. La prima strofa è fitta e lunga perché Brando aveva davvero tanto da dire.

 

Deja vu – Quella sensazione che capita a tutti, di essere già stati in quel determinato posto o situazioni, disorientato ma sempre sul giusto cammino.

 

Mille Problemi – Traccia molto cupa e grezza. Racconta delle tante difficoltà da affrontare ogni giorno.

 

Hennessy – La canzone da club per eccellenza, per fare saltare la gente.

 

Fuego – Si tratta di una Bonus Track poiché è una versione aggiornata di un vecchio singolo. Riarrangiata in chiave “estiva”,  da qui il ritmo Sud Americano.

Autoproduzione

Release album: 6 maggio 2022

 

Contatti social

YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCoQKG7F9vSHxY1giVIaaIaA

SPOTIFY: https://spoti.fi/3ORkjNB

INSTAGRAM: https://www.instagram.com/brandothareal/

FACEBOOK: https://www.facebook.com/francescobrando.borghi

 

BIO 

 

Brando, pseudonimo di Francesco Borghi è un cantante e rapper classe 1995 cresciuto nella provincia di Modena.

La sua passione per la musica nasce in giovane età grazie all’influenza del padre, pianista per passione, da cui impara ad ascoltare un po ‘ tutti i generi musicali, capendo presto che la sua passione è per l’Hip Hop/Rap.

Inizia a scrivere i primi testi intorno ai 16 anni quando insieme a due amici (Moris & Shadiky) forma il gruppo “Trois Brothers” col quale incide il disco interamente autoprodotto “Mo-Town” con riferimento in particolare alla città di Modena e ai campionamenti di vecchi brani della celebre etichetta Motown.

Nel 2012 partecipa al brano e video “Dare di Più”, insieme ai Giovani Artisti Per L’Emilia il cui intero ricavato viene devoluto ai terremotati.

Continua la sua carriera da solista e nel 2015 incide il suo primo Mixtape “Graduazione”.

Nel 2017 produce il secondo mixtape da solista “B4” in cui racconta tutta la sua infanzia e adolescenza. Il suo approccio al rap è molto crudo e diretto, con strofe fitte e ritornelli melodici e orecchiabili.

I suoi idoli e le sue ispirazioni sono leggende Americane come: Tupac, Biggie, Kanye West, Lil Wayne, The Game e 50 Cent di cui rappava a memoria i brani. 

Nel 2021 pubblica i brani con video di “Mai” e “Bmw Nero”.

Nel maggio 2022 esce il suo primo album di inediti “Selfmade”, anticipato dal singolo “Maria”. 

 

fonte: www.laltoparlante.it

 

L'articolo BRANDO “Selfmade” è il primo album di inediti del rapper emiliano proviene da Sound Contest.

]]>